Tag 'Cannes'

L’eterno ritorno. “L’albero dei frutti selvatici” di Nuri Bilge Ceylan

L’eterno ritorno. “L’albero dei frutti selvatici” di Nuri Bilge Ceylan

È un cinema di colori desaturati e ombre insinuanti, quello di Nuri Bilge Ceylan, di primi piani indagatori, di mezzibusti prolungati, di controcampi differiti, di extreme long shot e figure umane isolate nei loro penetrali. Un fenotipo che, con un ricorso al montaggio maggiore rispetto al pregresso (se poi editor e director coincidono…), contraddistingue anche L’albero dei frutti selvatici, distribuito,

Tutti i Presidenti di Giuria del Festival di Cannes (1946-2018)

Tutti i Presidenti di Giuria del Festival di Cannes (1946-2018)

Cate Blanchett è stata designata Presidente di Giuria della 71° edizione del Festival di Cannes in programma dall’8 al 19 maggio 2018. Sarà la seconda personalità australiana a ricoprire tale ruolo dopo George Miller nel 2016 e la decima donna dal 1946 a oggi; prima di lei: Olivia de Havilland (1965), Sophia Loren (1966), Michèle Morgan (1971), Jeanne Moreau (1975

Il ritorno dei Repressi. “Happy End” di Michael Haneke

Il ritorno dei Repressi. “Happy End” di Michael Haneke

Il ritorno dei Repressi Non dovremmo preoccuparci più di nulla finché avremo a disposizione i nostri dispositivi, stretti nella mano, a portata di tastiera, perché è lì che si scatenano tutte le pulsioni, le più sporche, mediocri, maleducate logiche verso noi stessi e verso quelli che desideriamo. Che poi in fondo sono gli stessi che odiamo. Nell’ultimo film di Michael

The Square > Ruben Östlund

The Square > Ruben Östlund

Cannes 70 / Sélection officielle Un’installazione d’arte contemporanea: questa potrebbe essere la definizione per The Square, Palma d’oro al Festival di Cannes 2017, regia del feroce Ruben Östlund, già autore di un grandissimo lavoro come Forza Maggiore. Ed è proprio muovendo dalla considerazione che inquadra questo film come oggetto d’arte che si possono trarre alcune considerazioni di merito. Probabilmente non

Krotkaya (A Gentle Creature) > Sergei Loznitsa

Krotkaya (A Gentle Creature) > Sergei Loznitsa

Cannes 70 / Sélection officielle Non è un caso se Sergei Loznitsa si è presentato a Cannes cinque volte nelle ultime otto edizioni, di cui tre in concorso. All’uscita della sala, dopo aver visto i fulminei 143 minuti di Krotkaya (titolo internazionale: A Gentle Creature), si ha la sensazione di aver partecipato a un’esperienza irripetibile, di aver assistito a qualcosa

Cuori puri > Roberto De Paolis

Cuori puri > Roberto De Paolis

Cannes 70 / Quinzaine des Réalisateurs Tra le note di regia sul pressbook di Cuori puri si può leggere «per scrivere il film ho condotto una ricerca sul campo, attraversando la periferia dei centri accoglienza e dei campi rom per poi entrare nelle chiese e documentarmi sulla realtà contemporanea delle comunità cristiane. La scrittura della sceneggiatura è ben presto diventata “esperienza”

120 battements par minute > Robin Campillo

120 battements par minute > Robin Campillo

Cannes 70 / Sélection officielle Che il cinema tornasse a parlare finalmente di AIDS, in un contesto come quello del Festival di Cannes, era necessario. Che lo facesse in un modo così graffiante e feroce, mantenendo alla base un’assoluta delicatezza dello sguardo, era difficile da auspicare. Eppure Robin Campillo porta a Cannes un lavoro eccezionale, che ha francamente lasciato il

Ma Loute > Bruno Dumont

Ma Loute > Bruno Dumont

Va bene tutto però dopo un po’ uno si annoia, si infastidisce. Ma Loute parte anche bene, per mezz’ora il film è piacevole e divertente in tutte le sue eccentricità; c’è la critica sociale, c’è uno sfondo politico (ma anche Grease è politico!), ci sono le solite derive umane di Bruno Dumont. Però poi hai la sensazione che il regista

Hrútar (Rams) > Grímur Hákonarson

Hrútar (Rams) > Grímur Hákonarson

Rams è un film che può tendere più di un tranello allo spettatore ingenuo. Uno su tutti il sottotitolo – tra lo scanzonato e il demenziale – pensato (probabilmente non a caso) per la distribuzione italiana, “Due fratelli e otto pecore”: non è una commedia, anche se il black humor non è assente. In seguito, l’esotismo verso l’Islanda, vero e