L’eterno ritorno. “L’albero dei frutti selvatici” di Nuri Bilge Ceylan
È un cinema di colori desaturati e ombre insinuanti, quello di Nuri Bilge Ceylan, di primi piani indagatori, di mezzibusti prolungati, di controcampi differiti, di extreme long shot e figure umane isolate nei loro penetrali. Un fenotipo che, con un ricorso al montaggio maggiore rispetto al pregresso (se poi editor e director coincidono…), contraddistingue anche L’albero dei frutti selvatici, distribuito,