articolo pubblicato in Rapporto Confidenziale numero35 – Speciale Locarno 64. Pagg. 24-29
Crulic – drumul spre dincolo
Anca Damian
“Crulic – The Path to Beyond” / Romania-Polonia / 2011 / b/n – colore / rumeno / 73′ / HD
64. Festival internazionale del film Locarno – Concorso internazionale
Prima mondiale
L’11 luglio del 2007, un importante giudice polacco viene derubato del portafogli. Il giorno seguente, dal suo conto bancario vengono prelevati 500 euro attraverso la sua carta di credito.
Il 10 settembre, Crulic, trentatreenne rumeno, viene accusato del furto e incarcerato a Cracovia, dove, proclamando la sua innocenza, inizia immediatamente uno sciopero della fame per chiedere che venga sostituito il suo avvocato difensore e per ottenere un incontro con un rappresentante consolare del suo Paese.
Morirà senza avere ottenuto giustizia.
Claudiu Crulic racconta la sua storia in retrospettiva. Lo fa con la voce espressiva e duttile di Vlad Ivanov (splendido attore rumeno già visto in “4 luni, 3 saptamâni si 2 zile” – “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni” di Cristian Mungiu, “Politist, adjectiv” di Corneliu Porumboiu, “Le concert” di Radu Mihaileanu).
Quando il film ha inizio, Crulic, reso irriconoscibile dal deperimento fisico persino agli occhi di sua madre e sua sorella, è già in una bara di ritorno verso il suo Paese. La ricostruzione in prima persona di un caso che parrebbe solo grottesco non fosse che è costato la vita ad un uomo, non è priva di ironia. Crulic è uno tra i tanti migranti di cui non interessa alcunché a nessuno. Nemmeno alle autorità che, nel momento in cui lo incarcerano con l’accusa di avere rubato il portafogli ad un giudice, dovrebbero in teoria assumerne la tutela. Ma le cose non vanno mai così e lo sappiamo. Non tarderà a scoprirlo anche lui quando, di fronte a un gesto estremo come uno sciopero della fame per reclamare la riapertura del suo caso, chiuso in fretta e furia in nome del pregiudizio e dei suoi precedenti penali di poco conto, non otterrà che la più totale indifferenza, viziata anche dalla burocrazia e dalla cecità delle rappresentanze consolari (la risposta del console rumeno alla sua lettera di richiesta di aiuto è un semplice: “Si fidi della giustizia polacca”).
Anca Damian sceglie una forma inusuale per raccontare la vicenda da lei faticosamente (per l’iniziale ostruzionismo delle autorità coinvolte) ricostruita e scritta. In un Paese in cui non esiste una tradizione in questo senso, sceglie di realizzare un film animato per sopperire sì alla mancanza di materiale filmato ma, soprattutto, perché per nulla interessata a rappresentare la storia di Crulic attraverso una forma documentaristica classica. Trovate le persone che potranno dare forma visiva alla sua sceneggiatura, scopre che mettendo in pratica il suo progetto iniziale di mescolare disegno e immagini reali il film non potrà mai essere realizzato nei tempi previsti. Decide quindi decide di usare le rispettive caratteristiche degli animatori che ha selezionato. Questa scelta, ben lungi infine dal rappresentare un ripiego, fa sì che il film sia animato secondo diverse tecniche e stili: dal collage al disegno, dalla stoffa alla fotografia, passando per il disegno ad acquarello. Lo ammette lei stessa: convincere le diverse persone coinvolte nel film a seguire le sue idee non è stato facile. Ma date una rapida occhiata allo sguardo deciso che sfoggia nel video dell’intervista da noi realizzata e non avrete difficoltà a immaginare il polso con cui deve avere governato la situazione. L’animazione le permette di approfondire la personalità del personaggio in maniera più efficace e libera di come avrebbe potuto usando una forma filmica più tradizionale.
Il risultato è un film di enorme potenza, efficace nel mettere a nudo la persona e la sua storia, bellissimo nelle immagini e rigoroso nella scrittura. E soprattutto doloroso. Il finale, non si rovina alcuna sorpresa, rivela la sua innocenza (era in Italia presso la sua famiglia al momento del furto, e sarebbe stato in grado di dimostrarlo se qualcuno avesse avuto voglia di ascoltarlo o di leggere le testimonianze da lui prodotte), mentre la sua anima si invola dal carcere. A rompere l’immagine poetica, le testimonianze televisive dell’epoca che irrompono brutali sui titoli di coda.
Se inizialmente le autorità tenteranno di chiudere il caso in gran fretta, i medici responsabili della sua morte (avevano dichiarato che era in buona salute pochi giorni prima della sua morte) alla fine verranno condannati e il ministro rumeno della giustizia si vedrà costretto a rassegnare le dimissioni.
Anca Damian è un’autrice che sfugge alle definizioni ma si dimostra solida, rigorosa e nel contempo fantasiosa narratrice di storie.
Un film che avrebbe meritato il Pardo d’oro – non ho alcun dubbio su questo – e che invece è rimasto inspiegabilmente a bocca asciutta, ottenendo unicamente la menzione speciale dalla giuria della Federazione Internazionale dei Cineclub.
Roberto Rippa
Intervista a ANCA DAMIAN realizzata da Rapporto Confidenziale
Crulic – drumul spre dincolo (Crulic – The Path to Beyond)
Regia, sceneggiatura: Anca Damian • Disegni e animazioni: Dan Panaitescu, Raluca Popa, Dragos Stefan, Roxana Bentu, Tuliu Oltean • Musiche: Piotr Ziubek • Suono: Piotr Witkowski, Sebastian Włodarczyk • Voci: Vlad Ivanov, Jamie Sives • Produttore: Anca Damian • Coproduttore: Arkadiusz Wojnarowski • Casa di produzione: Aparte Film • Coproduzione: Co-produced by Fundacja im. Ferdynanda Magellana, Ministero della cultura (Romania), Editura Video, Krakow Festival Office • Lingua: rumeno • Paese: Romania, Polonia • Anno: 2011 • Durata: 73’
www.crulic.ro
Anca Damian studia all’Accademia di teatro e cinema dove si diploma come direttore della fotografia e si laurea in cinema, arti e media. Il suo lavoro in qualità di direttore della fotografia per lungometraggi – “Ramînerea” (“Forgotten by God”, 1991, di Laurentiu Damian), “The Way of Gods” (1992) – e numerosi documentari e cortometraggi, le vale alcuni premi nazionali. Lavora anche come regista, sceneggiatrice e produttrice per diversi documentari. Nel 2008, produce, dirige e sceneggia il suo primo lungometraggio – “Intalniri incrucisate” (“Crossing Dates”) – produzione rumena-finlandese che viene selezionata da numerosi festival, compreso il Rome Independent Film Festival.
Tra i documentari e film sperimentali da lei scritti, diretti e prodotti: 2006 Muzeul de la sosea (The Museum by the Avenue) / 2003 Exercitu de libertate (Liberty Exercise) / 2001 Porto Franco 2000 / 2001 Imposibilul paradis (The Unattainable Paradise). Alcuni film co-diretti con Laurentiu Damian: 1999 E atat de liniste in jur“ (“It is so still around us“) / 1997 Licitatie cu suflete“ (“Soul Auction“) / 1993 Eminescu – Truda intru cuvant (Eminescu, Endeavor for the Word).
Il caso Crulic
L’11 luglio del 2007, a un importante giudice polacco viene rubato il portafogli. Con la sua carta bancaria vengono prelevati il giorno stesso del furto 500 Euro. Crulic, qualche precedente di scarso rilievo alle spalle, viene accusato del furto del portafogli due mesi dopo. Incarcerato a Cracovia, inizia uno sciopero della fame il cui scopo è quello di ottenere un incontro con un funzionario dell’ambasciata rumena e di poter cambiare il legale difensore. Il Console gli risponde con una lettera in cui lo consiglia di avere fiducia nella giustizia polacca.
Crulic, che aveva sempre dichiarato di trovarsi in Italia il giorno del furto, porta come prove a sua discolpa il biglietto dell’autobus che lo avrebbe portato in Italia e indica l’esistenza di un testimone e di un registro che conferma la sua presenza sul mezzo. Malgrado questo, all’inizio di dicembre la sua detenzione preventiva viene prolungata di tre mesi. Già ai primi giorni del 2008, le sue condizioni di salute appaiono gravi. L’11 gennaio, finalmente, i medici in servizio presso il carcere decidono di alimentarlo attraverso una sonda infilata nella pleura. La procedura complica le condizioni di salute già precarie. Questo fa sì che la corte decida di farlo trasferire in un ospedale civile per ottenere le cure necessarie. Crulic vi giunge con atrofia muscolare e dei tessuti e un polmone perforato per un errore medico nell’inserire la sonda per alimentarlo.
Muore dopo sedici ore. Sia in Romania che in Polonia partono le investigazioni giornalistiche che portano alle dimissioni del ministro degli affari esteri rumeno, mentre in Polonia tre medici vengono accusati della morte dell’uomo.