All in the Family
(1971-1979) / titolo italiano: Arcibaldo)
Prima emissione USA: 12 gennaio 1971
Ultima emissione USA: 8 aprile 1979
Interpreti e personaggi
Carroll O’Connor (Archie Bunker), Jean Stapleton (Edith Bunker), Rob Reiner (Michael Stivic, 1971-1978), Sally Struthers (Gloria Bunker Stivic), Mike Evans (Lionel Jefferson, 1971-1975), Isabel Sanford (Louise Jefferson, 1971-1975), Mel Stewart (Henry Jefferson, 1971-1973), Sherman Hemsley (George Jefferson, 1973-1975), Betty Garrett (Irene Lorenzo, 1973-1975), Vincent Gardenia (Frank Lorenzo, 1973-1974)
Creatore
Norman Lear
Billy Crystal, terzo da sinistra, ospite dell’episodio “New Year’s Wedding” (1976)
Spunto
Sotto lo stesso tetto convivono Archie Bunker, un esponente della classe operaia, sua moglie Edith, sua figlia Gloria e il compagno di lei (in seguito marito) Mike.
Archie è conservatore, bigotto e xenofobo e le sue idee sono sempre causa di forti contrasti tra lui e il resto della famiglia, soprattutto Mike, studente universitario di idee politiche progressiste. Della situazione fanno le spese anche amici, parenti e vicini di casa.
La serie
Due persone, accompagnandosi con un pianoforte, intonano (ma sarebbe più adeguato scrivere stonano) un motivetto. Il salotto in cui si trovano è arredato in modo estremamente modesto e una maggiore attenzione a ciò che i due stanno cantando ci fa capire che il testo parla con nostalgia dei bei vecchi tempi, quando Glenn Miller dettava legge nella hit parade, gli uomini erano uomini e le donne donne. Poi una ripresa aerea ci mostra New York dall’alto: prima Manhattan con i suoi grattacieli e poi via verso la zona dei Queens. La ripresa si inoltra in una strada del quartiere, con le sue modeste casette unifamiliari, fino a giungere all’esterno della casa in cui ha luogo la scena di apertura. Queste le immagini che hanno introdotto All in the Family nel corso dei suoi nove anni di vita, immagini tutto sommato piuttosto serene benché denotanti una condizione di vita quantomeno modesta. Il loro scopo era quello di introdurre i due personaggi principali di questa serie: Archie Bunker e sua moglie Edith. Questi pochi secondi rivelano l’intera essenza della serie: la stanza ci fa capire quale sia il livello sociale dei due e la canzone nostalgica rinnova i fasti di un’epoca evidentemente da loro rimpianta. Questo primo quadretto però, se isolato, potrebbe mai fare immaginare che questa è stata una tra le più controverse serie di tutti i tempi, una serie il cui personaggio principale veniva trovato tanto imbarazzante dalle varie reti televisive da farne mettere in discussione la messa in onda.
All in the Family, serie molto rappresentativa dello stile impegnato di Norman Lear, suo ideatore e produttore, nacque dall’ispirazione della serie inglese prodotta dalla BBC “Till Death Do Us Part”, di cui Lear aveva acquistato i diritti per una riedizione negli Stati Uniti e mette in scena le vicende quotidiane di Archie Bunker e della sua famiglia: la moglie Edith, la figlia Gloria e il genero Mike “testone” (in inglese “meathead”) Stivic, tutti conviventi sotto lo stesso tetto.
Archie è un vero reazionario con una spiccata avversione nei confronti di neri, comunisti, ebrei, gay e quindi tipico rappresentante della classe più conservatrice e xenofoba d’America. Sua moglie Edith è il suo opposto, una donna pratica, benché non poco svanita, dotata di buon senso e talvolta solo apparentemente soggiogata alla mentalità del marito.
Le storie si sviluppano tutte all’interno della modesta casa (e tutte prevalentemente tra salotto e cucina) e traggono spunto dai cambiamenti di costume, invisi ad Archie e da lui visti tutti come ineluttabili segni di decadenza morale, o da situazioni portate da Mike, studente americano di origine polacca dalle simpatie politiche opposte a quelle del padrone di casa, e dalle reazioni scatenate in quest’ultimo. Gloria, figlia di Archie e moglie di Mike, funge da elemento di raccordo tra i due: molto attaccata al padre, è comunque totalmente assorbita dalle idee del marito e quindi risulta combattuta tra i due opposti modi di intendere le cose.
Mentre, e non solo per una questione generazionale, è di vedute più aperte di quelle del padre, gli è comunque molto affezionata e finisce quindi spesso con il risultare combattuta tra i due poli affettivi della sua vita.
Il periodo intercorso tra l’ideazione e la messa in onda di All in the Family fu quantomeno travagliato: i network, infatti, si dimostrarono non poco impauriti all’idea di trasmettere una serie che certamente avrebbe scatenato, come poi effettivamente fu, rumorose e imbarazzanti polemiche.
Si tratta della prima serie a presentare uno stile di vita tanto distante da quello rassicurante proprio di tante altre serie prodotte fino ad allora, tanto da spaventare e imbarazzare i dirigenti televisivi che avevano il serio timore di alienarsi le simpatie degli sponsor che si sarebbero probabilmente dimostrati poco propensi ad associare i loro prodotti ad un personaggio principale capace di scatenare forti controversie.
Innanzitutto c’era il timore che i temi trattati fossero troppo forti per il pubblico televisivo di allora (ricordiamo che in Inghilterra la serie da cui questa aveva tratto ispirazione, era stata trasmessa senza scatenare polemiche in quanto tutti ne avevano capito e apprezzato l’intento puramente comico) e poi si temeva anche che il personaggio stesso di Archie avrebbe potuto in qualche modo offendere la stessa categoria che rappresentava causando alla rete televisiva un’alienazione delle simpatie di una parte del suo pubblico.
Quando il network ABC, dopo avere prodotto due puntate pilota (non essendo soddisfatto della prima) decise di non produrre la serie liberando Lear da ogni impegno nei loro confronti e lasciandolo quindi libero di venderla alla concorrente CBS, le temute polemiche giunsero puntuali: Archie, un personaggio dalle idee indiscutibilmente insopportabili e inaccettabili, rimaneva un personaggio capace di suscitare simpatia nei telespettatori americani per la sua onestà e il suo attaccamento alla famiglia e quindi rischiava, secondo molti, di rendere accettabili le idee reazionarie che erano proprie del personaggio.
Le polemiche trovarono grande spazio sulla stampa e scatenarono quello che era stato fino ad allora il più grande e vivace dibattito su un programma televisivo.
Il dubbio era questo: Archie Bunker ridicolizza la categoria cui appartiene o la rende più simpatica? in fondo si tratta di un personaggio certamente ignorante ma altrettanto certamente buono e questo lo si può dedurre dal comportamento protettivo nei confronti della famiglia intera, cosa che lo faceva amare dal pubblico televisivo. Si tratta di un personaggio che vive di stereotipi e le cui idee sarebbero ben diverse se solo avesse avuto la possibilità di studiare e non avesse avuto ogni giorno la necessità di uscire di casa a combattere per mantenere la famiglia attraverso un modesto e insoddisfacente lavoro. Ad aggiungere fiato alla polemica fu anche il fatto che i temi politici introdotti nelle varie puntate, temi molto cari a Lear che teneva molto a inserire nella serie quanta più attualità possibile, sono funzionali unicamente a mantenere alta la tensione tra Archie da un parte e Mike e Gloria dall’altra e alla fine il dibattito si risolve in uno scontro di cui alla fine della puntata non restano che echi quasi impercettibili. Ogni qualvolta Archie si trova confrontato con una tematica per lui inaccettabile, la discussione finisce con una smorfia di disprezzo nei confronti dell’interlocutore e con un ammiccamento alla camera e al pubblico a casa, cosa che effettivamente rischiava ai tempi di legittimare le sue posizioni attraverso la sua complice richiesta di solidarietà ai telespettatori.
Questo per tacere del fatto che nella serie spesso le controversie nascono dal confronto con il genero Mike, un personaggio a dire il vero piuttosto incompleto e comunque antipatico a gran parte del pubblico in quanto capace di criticare la mentalità di Archie ma anche di comportarsi da parassita vivendo da mantenuto sotto il suo stesso tetto.
L’immagine che scaturisce dalla serie è quindi quella di un Archie capace sì di martirizzare la moglie e incapace di cogliere e vivere i mutamenti nella società ma anche quella di una persona capace di amare la sua famiglia al punto di vivere per essa e di sopportare un faticoso e poco soddisfacente al porto e un secondo, svolto nelle ore libere, pericoloso di tassista per poterla mantenere.
Per quanto riguarda la moglie Edith, una donna estremamente ingenua e dolce, vittima sicuramente consenziente del marito, il suo ruolo è quello della mediatrice, grazie anche a uno spiccatissimo senso pratico e a una buona disposizione nei confronti del genere umano, tra la generazione seguente, rappresentata da Mike e Gloria, e quella sua e di Archie. La stessa si rivela spesso capace, nel corso della serie, di dimostrare l’efficacia del suo buon senso e di essere molto più pratica e consapevole di quanto si possa ritenere dall’atteggiamento subordinato all’irascibile carattere di suo marito e queste caratteristiche le portarono e continuano a portarle un grande consenso da parte di chi seguiva e continua a seguire la serie attraverso le sue repliche.
Le storie sono tutte ambientate tra il salotto e la cucina della casa situata al 704 di Hauser Street e restituiscono un’immagine ben diversa da quella che le sitcom avevano generalmente voluto proporre sino ad allora. In un genere le cui serie proponevano indirettamente l’idea del benessere materiale come panacea di tutti i mali (1), casa Bunker, nella sua scarna essenzialità, costituisce una sicura eccezione. Questo è il meno che si possa dire di una serie in cui la fine di una discussione può venire sottolineata dal rumore dello sciacquone proveniente dal piano di sopra, avvenimento assolutamente inedito sino ad allora in televisione.
Un ruolo importante ricopre la presenza, in qualità di vicini di casa, della famiglia Jefferson (2), la cui componente femminile stringe un’amicizia con Edith mentre suo marito George e Archie non si sopportano per gli stessi, opposti, motivi.
Memorabile in questo senso è l’episodio “The First and Last Supper” (3) durante il quale Edith invita i nuovi vicini a cena e deve affrontare le ire di Archie che non vuole persone di colore in casa sua ma poi è costretto a soccombere. Quando però Louise si presenta per cena con quello che presenta come suo marito, non si tarda a scoprire che si tratta invece di suo cognato in quanto il vero George Jefferson mai avrebbe accettato un invito a cena a casa di un bianco, rivelazione che lascia totalmente stupefatto e incredulo Archie.
Del resto l’idea che Archie dimostra nei confronti della gente di colore può essere sintetizzata nel seguente concetto da lui stesso espresso: “i negri non sono cattivi, del resto sono convinto che nemmeno loro sono contenti di essere negri”.
Anche Maude, cugina di Edith (personaggio interpretato da Bea Arthur, in seguito protagonista di una sua propria serie dal titolo “Maude“, 1972-1978), una donna vicina alla mezza età, sposata tre volte e dalle idee femministe è catalizzatore di grandi tensioni. E’ il primo vero e duro elemento femminista in una sitcom (4), ed è curioso osservare come Maude venga rappresentata come una donna libera, combattiva e indipendente ma, in fondo, insoddisfatta.
Norman Lear decise di introdurre in “All in the Family” un tocco di cronaca e questo fece sì che, quando una commissione di censura dettò un codice che voleva che nessuna serie in cui si parlasse di sesso o argomenti inadatti ad essere sentiti da bambini venisse trasmessa nella fascia di orario compresa tra le 20.00 e le 21.00, Lear decise di fare posticipare la messa in onda della sua serie in un orario meno favorevole, affrontando così una caduta nella classifica degli ascolti, pur di non rinunciare al suo intento.
Malgrado questo inconveniente e le polemiche scatenate dalla serie, gli ascolti rimasero altissimi per tutta la sua durata mantenendo un seguito costante e affettuoso da parte del pubblico.
Agli inizi della sua messa in onda, la CBS la collocò in una fascia poco rilevante nel suo palinsesto a livello di ascolto, ovvero la fascia 21.30-22.00, ma fu il seguito della stampa a convincere il network a ricollocare la serie in un orario più favorevole, decretandone così il successo generale.
Il tratto di questa serie rimane il taglio fortemente realistico e scevro da qualsivoglia morbidezza nei confronti del mondo esterno.
Malgrado la convinzione degli attori stessi che la serie non sarebbe neppure giunta alla fine della prima stagione, nel 1972 circa 50 milioni di persone si sintonizzavano settimanalmente sulla CBS per seguirla e questa cifra pone All in the Family ai vertici della classifica delle serie più seguite di tutti i tempi.
Con l’uscita dalla serie di Gloria e Mike e la decisione di Jean Stapleton, sin dall’inizio molto partecipe alla definizione del suo personaggio, di abbandonare la serie in quanto riteneva che Edith avesse espresso tutto il suo potenziale, le storie si spostarono nel bar che Archie aveva rilevato, la serie cambiò titolo (“Archie Bunker’s Place”, 1979-1983, più un vero e proprio seguito che una derivazione). Questa serie prevedeva la presenza di vecchi e nuovi personaggi. Fu all’inizio della seconda stagione di “Archie Bunker’s Place” che Edith, che nella prima stagione aveva fatto solo apparizioni sporadiche, viene fatta morire lasciando Archie definitivamente solo se si esclude la presenza della piccola Stephanie, da loro accolta in casa nel corso di All in the Family a seguito del suo abbandono da parte del padre, un cugino di Edith. Anche Gloria ebbe una sua serie (Gloria, 1982-1983) così come già Maude (Maude, 1972-1978) e la famiglia Jefferson (“The Jeffersons“, “I Jefferson”, 1975-1985).
Nel 1994 la casa di Archie in Hauser Street venne acquistata da una famiglia afro-americana in una serie (“704, Hauser Street”, sempre prodotta da Norman Lear) che non ebbe uguale fortuna di “All in the Family” e che venne cancellata per gli scarsi ascolti dopo appena cinque settimane malgrado gli sforzi del suo creatore nel tenerla in vita.
Panda Chutney
Personaggi e interpreti
Archie Bunker (Carroll O’Connor)
Un concentrato di pregiudizi razziali e di preconcetti Archie è convinto di essere l’ideale incarnazione del “buon americano”.
Può venire considerata come una persona incapace di stare al passo con i tempi che cambiano il mondo intorno a lui e che quindi ha sviluppato una vera e propria paura del mondo esterno, che ormai stenta a capire.
Personaggio di estrazione modesta e dagli studi elementari, Archie lavora al porto durante il giorno e come tassista la sera per fare quadrare un bilancio famigliare che prevede la presenza di quattro persone, malgrado la figlia Gloria abbia un lavoro che le permette di mantenere il marito Mike.
Ama la sua famiglia, che è il suo vero mondo, e, malgrado la tratti quasi sempre in modo brusco e con apparente disprezzo, adora sua moglie.
E’ profondamente onesto e mai, malgrado in un episodio ne abbia la possibilità, tradirebbe sua moglie.
I bersagli preferiti per i suoi strali sono le persone di colore, le persone appartenenti a religioni diverse da quella cattolica, i gay, i comunisti, gli hippy e tutti coloro che contestano l’operato del governo e, molto più semplicemente tutti coloro che non la pensano esattamente come lui.
Edith Bunker (Jean Stapleton)
Anche se appare come una persona totalmente ingenua e sottomessa al marito, Edith è una persona molto buona ed estremamente pratica, che assolve al meglio la funzione di punto di equilibrio tra le due generazioni della famiglia. Paziente, calma e devota, ama molto l’irascibile e polemico marito che considera un brav’uomo malgrado ne riconosca l’arretratezza.
La sua estrazione sociale è uguale a quella del marito ma lei viene salvata dal suo senso pratico e da un più aperto, quantunque semplice, modo di vedere le cose.
La sua onestà e il suo buon cuore provocano tenerezza, così come l’incapacità, che spesso esprime, di comprendere ciò che succede intorno a lei.
Gloria Bunker Stivic (Sally Struthers)
La figlia di Archie è l’esatto punto intermedio tra la nuova generazione di donne e quella vecchia: tenta di essere forte ma appare spesso fragile, non è una femminista radicale come tante sue coetanee ma nemmeno una donna asservita ai desideri e ai bisogni di un uomo come lo è sua madre.
Gloria lavora anche per permettere a suo marito di terminare gli studi universitari e, come lui, è politicamente orientata verso la sinistra.
Ama molto suo padre e tenta senza grande successo di fungere da paciere per i continui litigi tra lui e suo marito.
Mike Stivic (Rob Reiner)
Studente universitario in sociologia grazie anche al fatto che la moglie contribuisce al suo mantenimento e che Archie lo ospita gratuitamente. Ogni volta che lui e Archie si trovano nella stessa stanza è inevitabile lo scontro causato delle loro visioni politiche opposte.
Viene chiamato testone (in inglese “meathead”) dal suocero.
George Jefferson (Sherman Hemsley)
E’ lo specchio esatto di Archie, del quale condivide le opinioni e la visione generale della vita pur da opposte prospettive.
George ha la stessa opinione dei bianchi che Archie ha dei neri, cosa che lascia esterrefatti entrambi ma non si accorgono delle loro similitudini perché, impegnati ad urlarsi addosso, non ascoltano molto l’uno le opinioni dell’altro.
E’ proprietario di una lavanderia che gli procura molte soddisfazioni, tanto da potergli permettere il salto di qualità che verrà raccontato nella serie “The Jeffersons”.
Louise Jefferson (Isabel Sanford)
Louise vive in fondo la stessa posizione di Edith in quanto moglie ma, essendo un po’ più energica e equilibrata della sua amica, riesce a tenere maggiormente a bada suo marito. Non apprezza molto Archie a causa della ristrettezza mentale che viene evidenziata dalla sua mentalità, e non si fa scrupolo di mostrarlo.
Lionel Jefferson (Mike Evans)
Il figlio di Louise e George è, come Mike, un brillante studente universitario. Viene apprezzato da Archie malgrado il colore della sua pelle forse anche perché quest’ultimo non è in grado di afferrare il senso delle battute sarcastiche di cui viene fatto bersaglio a causa della sua mentalità.
Premi Emmy
1979
Premio migliore attore televisivo protagonista (categoria commedie) a Carroll O’Connor ;
premio migliore attrice non protagonista nella categoria commedie/varietà o trasmissioni musicali a Sally Struthers (per l’episodio California, Here We Are).
1978
Premio migliore serie televisiva (categoria commedie);
premio migliore scrittura per una serie televisiva (categoria commedie) a Bob Schiller, Bob Weiskopf (come autori), Barry Harmon e Harve Brosten (come ideatori di un soggetto) per l’episodio Cousin Liz;
migliore regia di una serie televisiva (categoria commedie) a Paul Bogart per l’episodio Edith’s Fiftieth Birthday;
premio migliore attore non protagonista in una serie televisiva (categoria commedie) a Rob Reiner ;
premio migliore attore protagonista in una serie televisiva (categoria commedie) a Carroll O’Connor ;
premio migliore attrice protagonista in una serie televisiva (categoria commedie) a Jean Stapleton.
1977
Premio migliore attore protagonista in una serie televisiva (categoria commedie) a Carroll O’Connor .
1974
Premio migliore attore televisivo non protagonista (categoria commedie) a Rob Reiner;
1973
Premio migliore serie televisiva (categoria commedie);
premio migliore scrittura di una serie televisiva (categoria commedie) a Michael Ross, Bernie West e Lee Kalcheim per l’episodio The Bunkers and the Swingers.
1972
Premio migliore attrice protagonista in un ruolo continuato in una serie televisiva (categoria commedie) a Jean Stapleton;
premio migliore attore protagonista in un ruolo continuato in una serie televisiva (categoria commedie) a Carroll O’Connor;
premio migliore attrice non protagonista in una serie televisiva (categoria commedie) a Sally Struthers (unitamente a Valerie Harper per The Mary Tyler Moore Show);
premio migliore regia televisivo nella categoria commedie a John Rich per l’episodio “Sammy’s Visit”;
premio per la migliore scrittura di una commedia a Burt Styler per l’episodio Edith’s Problem.
1971
Premio migliore attrice protagonista in un ruolo continuato in una serie televisiva (categoria commedie) a Jean Stapleton;
premio migliore nuova serie televisiva (categoria commedie);
premio migliore serie televisiva (categoria commedie).
Posizione nella classifica Nielsen degli ascolti
ottobre 1971-aprile 1972: 1
ottobre 1972-aprile 1973: 1
settembre 1973-aprile 1974: 1
settembre 1974-aprile 1975: 1
settembre 1975-aprile 1976: 1
settembre 1976-aprile 1977: 12 (in prima posizione: “Happy Days”)
settembre 1977-aprile 1978: 4 (“Laverne & Shirley”)
settembre 1978-aprile 1979: 9 (“Laverne & Shirley”)
Curiosità sulla serie
L’emissione dei primi 6 episodi venne preceduta dalla scritta “Attenzione: il programma cui state per assistere è “All in the Family”. Cerca di mettere in una luce umoristica le nostre fragilità, i nostri pregiudizi e le nostre preoccupazioni. Trasformandoli in un’occasione di risata, speriamo di mostrarli – in un modo maturo – per quanto sono assurdi. CBS, 12 gennaio 1971” per arginare le proteste da parte dei telespettatori.
A sostenere la parte di Archie era stato inizialmente chiamato il celebre Mickey Rooney, che però decise di rinunciare a ricoprire il ruolo per paura delle polemiche.
Quando venne messa in cantiere la prima puntata pilota della serie, il titolo era “Justice for All”. Alla seconda puntata pilota il titolo venne cambiato in “Those Were the Days”. In entrambe le puntate pilota i ruoli di Mike e Gloria erano interpretati da attori diversi rispetto a quelli della serie poi trasmessa. La ABC rimase soddisfatta dalla seconda puntata pilota ma, per il timore di polemiche, scaricò il progetto e dando a Norman Lear facoltà di venderlo a un’altra rete. La terza e definitiva puntata pilota, realizzata per la CBS, aveva già la struttura a noi nota e “All in the Family” come titolo.
La CBS ne fu entusiasta ma ancora aveva molte riserve su alcuni aspetti del contenuto. La CBS decise di mandare in onda la puntata pilota nella sua versione integrale e di mettere in cantiere una prima serie di 13 puntate solo la sera prima della prevista messa in onda.
Le immagini di apertura, in cui Archie e Edith cantano seduti al pianoforte, malgrado non fosse mai cambiata nel contenuto, venne rigirata ad ogni stagione per evitare che loro apparissero sempre uguali mentre nella serie il loro aspetto invecchiava. Anche gli abiti indossati da Edith cambiarono, così come la canzone venne ricantata pur mantenendo lo stesso arrangiamento.
Esattamente come in teatro le prime rappresentazioni avvengono in provincia per potere poi arrivare in città con uno spettacolo rodato, qui di ogni episodio venivano effettuate due rappresentazioni alla presenza di pubblici diversi, una alle 17.30 e una alle 20.00, ossia con un intervallo tra le due sufficiente a riscrivere le parti risultate poco efficaci nella prima rappresentazione o per correggere eventuali difetti.
Lo show veniva registrato in presenza di un pubblico composto da circa 300 persone. Per ottenere applausi e reazioni spontanee dal pubblico, anziché rafforzarle con applausi registrati, gli stessi Norman Lear o John Rich erano soliti provvedere a riscaldare il pubblico in sala raccontando aneddoti o situazioni comiche. A questo punto il pubblico avrebbe perso il timore reverenziale nei confronti della situazione e si sarebbe lasciato coinvolgere da ciò che accadeva sul palco, reagendo con applausi o commenti.
Ogni episodio veniva registrato tutto di seguito per evitare che pause e correzioni, con le attese che avrebbero comportato, potessero raffreddare le reazioni del pubblico.
Aveva quindi luogo una seconda registrazione, che teneva conto delle necessarie correzioni, alla presenza di un pubblico diverso.
Spesso il pubblico, alla fine della registrazione veniva interrogato sulle sue reazioni ad alcune battute e, se ne esistevano due versioni diverse delle quali una magari più edulcorata, si teneva conto dei commenti per la realizzazione della puntata, che veniva montata con i migliori estratti delle due registrazioni.
Ad affiancare la direttiva di abbracciare il più possibile la realtà, giunse anche quella di seguire il più possibile l’attualità: ecco quindi Archie e Mike
accapigliarsi su questioni come elezioni, Vietnam e scandalo Watergate stando il più possibile sulla cronaca vera e propria.
Quando Archie se la prendeva per motivi reali e comuni, come poteva essere il fatto di essere rimasto compresso tra la folla in metropolitana per ore, la stessa gente a casa, che era pronta a lamentarsi per lo stesso motivo o magari già lo aveva fatto, poteva specchiarsi in Archie e trovarsi ridicola e questo, secondo Lear, aveva un effetto quasi terapeutico.
Donna McCrohan racconta nel suo “Archie & Edit, Mike & Gloria, the Tumumltuos History of All in the Family” (5) che lo stesso Lear aveva una tale fiducia nelle terapie psicoanalitiche da arrivare a regalare ai giovani autori della serie buoni da venticinque dollari da usare come riduzione delle parcelle per terapie.
Lear era solito dire che, non potendo fare lo stesso con tutto il pubblico, faceva sì che lo stesso show espletasse tale funzione.
Serie derivate
Maude (1972-1978)
The Jeffersons (1975-1985)
Archie Bunker’s Place (1979-1992)
Gloria (1982-1983)
704 Hauser (1994)
Rifacimento di
Till Death Us Do Part (UK, 1966)
Episodi rappresentativi
Prima stagione (1970-1971)
01. Meet the Bunkers (12 gennaio 1971)
Edith porta Archie in chiesa. Quest’ultimo, annoiato dal sermone, decide di tornare a casa prima del previsto sorprendendo Gloria e Mike in una situazione intima. E’ anche il giorno del ventiduesimo anniversario di matrimonio di Edith e Archie ma Archie pare avere poca voglia di festeggiare.
Regia: John Rich
Autore: Norman Lear
Ospiti: –
02. Writing the President (19 gennaio 1971)
Archie è arrabbiato perché Mike ha scritto una lettera di protesta al presidente Nixon e decide quindi di scriverne una lui stesso, lasciandosi prendere la mano in quanto ad enfasi ed elogi.
R: John Rich
A: Paul Harrison, Lennie Weinrib, Norman Lear
S: Les Erwin, Fred Freiberger
O: Helen Page Camp
04. Judging Books by Covers (9 febbraio 1971)
Archie insiste sul fatto che Roger, l’amico intellettuale di Mike e Gloria è effemminato e quindi, secondo lui, gay, ma poi impara che giudicare le persone dalla loro apparenza non paga quando rimane sconvolto nell’apprendere che il suo compagno di bevute Steve ha gusti sessuali diversi da quelli che lui avrebbe pensato.
R: John Rich
A: Burt Styler, Norman Lear
O: Philip Carey, Tony Geary, Billy Halop, Linn Patrick
N: Tony Geary è noto per avere interpretato il ruolo di Luke Spencer in “General Hospital”.
05 Archie Gives Blood (2 febbraio 1971)
Archie tenta di rifiutarsi di donare il suo sangue in quanto teme che possa essere utilizzato per una persona di colore e litiga con Mike, donatore abituale.
In seguito inizia un altro scontro con Mike, questa volta riguardante il trapianto di organi.
R: Norman Lear
A: Norman Lear
O: Jeannie Linero
08. Lionel Moves Into the Neighbourhood (2 marzo 1971)
Archie viene a sapere che una coppia di colore ha appena acquistato una casa nel quartiere e quindi decide di raccogliere soldi tra i vicini per poterla riacquistare a un prezzo maggiorato da loro. Quando parla con Lionel del suo progetto, non sa che i nuovi vicini sono proprio lui e la sua famiglia…
R: John Rich
A: Don Nicholl, Bryan Joseph
O: Isabel Sanford, Vincent Gardenia
13. The First and Last Supper (6 aprile 1971)
Archie è il promotore di una petizione contro il trasferimento di persone di colore nel quartiere quando Edith accetta un invito a cena a casa dei Jefferson, i genitori di Lionel. Quando Archie si rifiuta di andare e accampa come scusa un malanno di Edith, i Jefferson decidono di recarsi loro a casa Bunker.
Sono immediatamente fuochi d’artificio tra Archie e George Jefferson che da subito discutono di questioni razziali. Louise, poi, ammette che l’uomo che ha presentato come George non è suo marito bensì il fratello di quest’ultimo, poiché il vero George Jefferson, da par suo, si rifiuta di sedersi a tavola con un bianco.
R: John Rich
A: Jerry Mayer
O: Mel Stewart, Billy Benedict, Isabel Sanford
N: Mel Stewart interpreta il ruolo di Henry Jefferson, fratello di George. Sherman Hemsley, nel suoro di George, si unirà al cast a partire dalla sua quarta stagione.
Seconda stagione (1971-1972)
03. Flashback: Mike Meets Archie (16 ottobre 1971)
In occasione del primo anniversario di Mike e Gloria, si ricorda il loro primo incontro e soprattutto quello tra Mike e Archie. Al primo incontro i due parlano della guerra in Vietnam e sono subito fuochi d’artificio tra i due. Poi Gloria si lascia scappare che intendono sposarsi e abitare con Edith e Archie fino a quando Mike avrà terminato i suoi studi…
R: John Rich
A: Paul Wayne, Michael Ross, Bernie West
S: Paul Wayne
O: Allan Melvin, Ken Lynch, Kelly Houser, Corey Fischer
13. Cousin Maude’s Visit (11 dicembre 1971)
Uno dopo l’altro, tutti in casa Bunker soccombono ad una potente influenza.
Ad assisterli giunge Maude, cugina di Edith, che però si prodiga per tutti fuorché per Archie.
I due poi si mettono a discutere animatamente su Roosevelt e Nixon, amato da Archie, e sui loro rispettivi meriti.
R: John Rich
A: Philip Mishkin, Michael Ross, Bernie West
S: Philip Mishkin
O: Bea Arthur
N: il grande effetto ottenuto dal duetto Archie – Maude fece sì che venisse messa in cantiere una nuova serie con Maude protagonista, serie che verrà trasmessa a partire dall’anno seguente.
14. Edith’s Problem (8 gennaio 1972)
Edith si trova a dover fronteggiare la menopausa e i conseguenti sbalzi d’umore. Quando Archie la lascia in pace per evitarle ulteriori stress, lei si convince che lui abbia smesso di amarla perché non urla più con lei come da sempre sua consuetudine.
R: John Rich
A: Burt Styler
S: Burt Styler, Steve Zacharias
O: Jeannie Linero
21. Sammy’s Visit (19 febbraio 1972)
Sammy Davis Jr. dimentica la sua valigetta nel taxi guidato da Archie e quindi si presenta a casa sua per riaverla.
Archie tenta di dimostrarsi un ospite perfetto ma finisce con l’irritarlo con le sue battute razziste.
R: John Rich
A: Lee Kalcheim, Michael Ross, Bernie West
S: Tina e Les Pine
O: Connie Sawyer
24. Maude (11 marzo 1972)
La cugina Maude invita Edith e un riluttante Archie al secondo matrimonio di Carol, la figlia nata dal suo secondo matrimonio.
Appresa la notizia che il futuro marito di Carol è ebreo, Archie non riesce a nascondere il suo disappunto. Non sarà però l’unico a rivolgere all’uomo epiteti razzisti quando verrà scoperto che lui ha comperato una casa senza dire nulla a Carol e si aspetta inoltre che lei lasci il lavoro per allevare i figli che nasceranno.
R: John Rich
A: Rod Parker
O: Beatrice Arthur, Bill Macy, Marcia Rodd, Bob Dishy, Bernie West
N: questo episodio è la vera e propria puntata pilota per la serie “Maude” (1972-1978).
Terza stagione (1972-1973)
01. Archie and the Editorial (16 settembre 1972)
Quando si presenta in tv a sostenere la libera vendita di armi, Archie finisce con il rinforzare, involontariamente, la posizione opposta.
Poi viene anche derubato da un uomo armato.
R: Norman Campbell
A: George Bloom, Don Nicholl
S: George Bloom
O: Sorrell Booke, Val Bisoglio, Brendan Dillon, Diane Sommerfeld, Lynette Mettey
06. The Bunkers and the Swingers (28 ottobre 1972)
Edith risponde con leggerezza all’annuncio pubblicato da un giornale in cui una coppia sposata cerca altre coppie con cui stringere amicizia.
Gloria capisce subito che si tratta di un annuncio di scambisti ma ormai è troppo tardi e Edith e l’ignaro Archie si trovano in casa gli indesiderati ospiti.
R: John Rich, Bob LaHendro
A: Lee Kalcheim, Michael Ross, Bernie West
S: Norman Lear
O: Vincent Gardenia, Rue McClanahan
N: Rue McClanahan è un volto notissimo nel mondo delle sitcom. Tra i suoi ruoli più noti quello di Blanche Devereaux in “The Golden Girls” (“Cuori senza età”, 1985-1992).
11. Flashback: Mike and Gloria’s Wedding (prima parte) (11 novembre 1972)
In occasione del loro secondo anniversario, Mike e Gloria con Edith e Archie, ricordano il loro matrimonio. Mike si attribuisce il merito di avere ammorbidito le rigide posizioni di Archie. Ricordano anche che lo zio di Mike insisteva per un matrimonio cattolico mentre Archie spingeva per una funzione protestante e che la disputa sembrava essere stata brillantemente risolta grazie alla minaccia di Mike di non sposarsi a favore di una convivenza.
R: John Rich, Bob LaHendro
A: Rob Reiner, Philip Mishkin, Don Nicholl
O: Michael Conrad
12. Flashback: Mike and Gloria’s Wedding (seconda parte) (18 novembre 1972)
La seconda puntata prosegue con il ricordo di Mike convinto a rasarsi e alla soluzione della disputa sul matrimonio cattolico o protestante con un rito civile effettuato in casa Bunker.
R: John Rich, Bob LaHendro
A: Rob Reiner, Philip Mishkin, Don Nicholl
O: Michael Conrad, Peter Hobbs
Quarta stagione (1973-1974)
03. We’re Having a Heat Wave (15 settembre 1973)
Henry Jefferson viene a sapere che come nuovi vicini di casa avranno presto una famiglia portoricana e convince Archie a firmare una petizione contro di loro. Il piano fallisce e Archie si appresta così a fare la conoscenza dei nuovi vicini: Irene e Frank Lorenzo.
R: John Rich, Bob LaHendro
A: Don Nicholl
O: Betty Garrett, Vincent Gardenia, Victor Argo
04. We’re Still Having a Heat Wave (22 settembre 1973)
Archie dimostra già di non sopportare i nuovi vicini ma Edith lo invita a comportarsi bene in quanto intende stringere un’amicizia con loro.
R: John Rich, Bob LaHendro
A: Michael Ross, Bernie West
O: Betty Garrett, Vincent Gardenia
06. Archie and the Kiss (6 ottobre 1973)
Irene Lorenzo regala a Gloria una copia della scultura di Rodin “Il bacio”.
Archie ne è scandalizzato e la riporta ai Lorenzo mandando su tutte le furie Gloria.
Quando, per rimediare, regala alla figlia una statuetta in bronzo raffigurante una sirena, tutta la famiglia si prende gioco di lui a causa del suo pessimo gusto.
R: John Rich, Bob LaHendro
A: John Rappaport
O: –
Quinta stagione (1974-1975)
01. Where’s Archie? (2 novembre 1974)
E’ la grande occasione mondana di Edith quando deve tenere il suo primo Tupperware party (si tratta di incontri in case private dove vengono presentati suppellettili per la cucina) ma l’atmosfera viene guastata quando viene a sapere che Archie non è mai giunto alla convention a Buffalo per la quale è partito.
R: H. Wesley Kenney
A: Barry Harman, Harve Brosten
O: Hector Helias, Charlotte Rae
N: in questo e nei due episodi seguenti Carroll O’Connor non compare. L’attore aveva deciso di sospendere la sua partecipazione alla serie sino a quando non fosse stata soddisfatta la sua richiesta di rinegoziazione del suo contratto. A accordo raggiunto, fece ritorno alla fine dell’episodio 3.
02. Archie Is Missing (9 novembre 1974)
Quando cerca tra gli effetti personali di Archie per cercare un indizio sulla sua scomparsa che dura ormai da ventiquattro ore, Mike trova una foto di Mildred “Boom-Boom” Turner, accreditando così l’ipotesi di una fuga con una donna.
R: H. Wesley Kenney
A: Lloyd Turner, Gordon Mitchell
O: Allan Lurie, James Cromwell
04. The Bunkers and the Inflation (14 settembre 1974)
Il sindacato della categoria cui appartiene Archie decide di indire uno sciopero e lui, preparandosi a stringere la cinghia, tenta di tenere nascosta alla famiglia la notizia.
R: H. Wesley Kenney
A: Don Nicholl, Michael Ross, Bernie West
O: Billy Halop
08. Mike’s Friend (14 dicembre 1974)
Mike e Gloria trascorrono la serata con un amico intellettuale di quest’ultimo. Lei vorrebbe partecipare alla conversazione ma Mike non la coinvolge facendola sentire inferiore intellettualmente.
R: H. Wesley Kenney
A: Roger Shulman, John Baskin
O: Greg Mullavey
12. The Jeffersons Move Up (11 gennaio 1975)
Questo episodio mostra i Jefferson che, a bordo di una limousine, raggiungono il loro nuovo e lussuoso appartamento a Manhattan. Ci viene mostrato l’appartamento e facciamo la conoscenza dei nuovi vicini e tutto sembra perfetto, a parte il fatto che la famiglia Willis (genitori di Jenny, fidanzata di Lionel) abita al piano sopra il loro.
R: H. Wesley Kenney
A: Don Nicholl, Bernie West, Michael Ross
O: Paul Benedict, Franklin Cover, Berlinda Tolbert, Zara Cully
N: questo episodio funge da pilota per la serie “The Jeffersons”.
16. The Best of All in the Family (21 dicembre 1974, episodio di un’ora)
”All in the Family” festeggia il centesimo episodio con questa puntata speciale di un’ora narrata da Henry Fonda. Vengono mostrati settantuno estratti da quarantuno episodi andati in onda sino ad allora.
R: H. Wesley Kenney
A: Bernie West, Michael Ross
O: Henry Fonda
Sesta stagione (1975-1976)
01. Archie the Hero (29 settembre 1975)
Archie si vanta con tutte le persone che incontra di avere salvato la vita ad una giovane, alta ed elegante donna praticandole la respirazione bocca a bocca sul suo taxi. Subirà un potente shock quando scoprirà che la donna di cui parla è Beverly LaSalle, un noto travestito.
R: Paul Bogart
A: Lou Derman, Bill Davenport
O: Lori Shannon, Sandy Kenyon, Billy Halop
04. Edith Breaks Out (3 novembre 1975)
Archie se la prende con Edith per il suo lavoro di volontariato presso il Sunshine Hotel e le dice che non viene pagata unicamente perché il suo lavoro non vale un dollaro. Quando, a causa della sua insistenza, Edith decide di lasciare il lavoro, il Sunshine Hotel si offre di pagarla due dollari l’ora per farla ritornare sulla sua decisione.
R: Paul Bogart
A: Lou Derman, Bill Davenport
O: James Hong
16. Birth of the Baby (prima parte) (15 dicembre 1975)
Gloria inizia ad avere le doglie proprio mentre si trova in un ristorante. Entrata nella cabina telefonica per avvisare il suo medico, vi rimane bloccata. Il medico, dall’altra parte della cornetta, suggerisce di trasportare in ospedale l’intera cabina.
Archie intanto, ignaro di cosa sta accadendo, si trova impegnato in uno spettacolo organizzato dalla sua loggia.
R: Paul Bogart
A: Lou Derman, Bill Davenport, Larry Rhine, Mel Tolkin
O: Herb Voland, Victor Rendina, Allan Melvin
17. Birth of the Baby (seconda parte) (22 dicembre 1975)
I Bunker giungono in ospedale giusto in tempo per la nascita del piccolo Joey.
Archie ha la faccia truccata di nero come richiesto dal suo ruolo nello spettacolo (citazione di Ricky Ricardo quando in “I Love Lucy” nasce il piccolo Ricky, figlio suo e di Lucy).
R: Paul Bogart
A: Milt Josefsberg, Ben Starr
O: Gene Blakely, Barbara Carson, Priscilla Morrill, Sudie Bond, Sharon Ullrick.
24. Edith’s Night Out (8 marzo 1976)
Archie si rifiuta di portare fuori Edith vestita con il suo nuovo completo rosso e lei decide di uscire sola. Giunta al Kelcy Bar si ritrova subito a suonare il pianoforte diventando l’anima della festa.
R: Paul Bogart
A: Lou Derman, Douglas Arango, Phil Doran
O: Doris Roberts, Scott Brady, Jason Wingreen
N: Doris Roberts è apparsa in numerose sitcom, tra cui “Everybody Loves Raymond” nella parte della madre Marie Barone.
Settima stagione (1976-1977)
03. The Unemployment Story (prima parte) (6 ottobre 1976)
La famiglia Bunker si ritrova unita per festeggiare un successo professionale di Mike ma Archie si dimostra totalmente disinteressato. Interrogata da Gloria sul comportamento di Archie, Edith le confessa che lui ha perso il suo lavoro.
R: Paul Bogart
A: Ben Starr, Chuck Stewart
O: Jinaki, F. Murray Abraham
N: F. Murray Abraham è stato protagonista di “Amadeus” di Milos Forman (1984)
12. Mr. Edith Bunker (27 novembre 1976)
Edith salva la vita ad un ospite del Sunshine Hotel e riceve un premio da parte della cittadinanza. Quando una televisione locale si reca in casa Bunker per seguire la consegna del premio, Archie si accorge di non sopportare l’idea di vivere nell’ombra della moglie.
R: Paul Bogart
A: Larry Rhine, Mel Tolkin
O: Priscilla Morrill, Phil Leeds, Florence Halop, James Greene, Maxine Elliott, Bella Chronis, Bob Duggan
20. The Joys of Sex (5 febbraio 1977)
Edith legge il libro “Come diventare l’amante di vostro marito” per migliorare la sua relazione con Archie. Quando Mike glielo dice, Archie deve fare uno sforzo contro il suo carattere per dire a Edith che lei lo rende già felice sotto ogni punto di vista.
R: Paul Bogart
A: Erik Tarloff
O: –
21. Mike the Pacifist (12 febbraio 1977)
Il carattere pacifista di Mike viene messo in dubbio dopo che stende con un pugno un uomo che aveva infastidito Gloria nella metropolitana.
R: Paul Bogart
A: Phil Doran, Douglas Arango
O: Wynn Irwin, Nita Talbot, Sudie Bond, Richard Lawson, William Lanteau, William Pierson
Ottava stagione (1977-1978)
01. Cousin Liz (9 ottobre 1977)
Quando muore Liz, una cugina di Edith, Archie pensa già all’eredità. Al funerale si scopre che Liz aveva una storia d’amore con la sua coinquilina e Edith decide quindi di darle un vassoio d’argento di Liz come ricordo, con enorme, prevedibile, disappunto di Archie.
R: Paul Bogart
A: Bob Schiller, Bob Weiskopf
S: Barry Harmon, Harve Brosten
O: K. Callan
03. Archie Gets the Business (prima parte) (2 febbraio 1977)
Kelcy, il proprietario del bar frequentato da Archie, ha un infarto e deve smettere di lavorare. Archie decide rilevare il bar ma, non disponendo della somma necessaria, accende un mutuo sulla casa falsificando la firma di Edith.
R: Paul Bogart
A: Larry Rhine, Mel Tolkin
O: Frank Maxwell, Norma Donaldson, Sid Conrad
04. Archie Gets the Business (seconda parte) (2 febbraio 1977)
Quando Edith scopre che la sua firma è stata falsificata, si arrabbia temendo anche per il loro futuro. Mike interviene e, pur non difendendo Archie per quanto fatto, le chiede di soprassedere e di lasciare che Archie viva il suo sogno.
R: Paul Bogart
A: Larry Rhine, Mel Tolkin
O: Frank Maxwell, Norma Donaldson, Sid Conrad
05. Edith’s 50th Birthday (prima parte) (16 ottobre 1977)
Tutta la famiglia si trova a casa di Mike e Gloria per preparare una festa a sorpresa per il compleanno di Edith. A casa Bunker si presenta un poliziotto che dice di essere alla ricerca di un violentatore che si aggira per il vicinato ma, quando Edith lo fa entrare, l’uomo si rivela per essere il violentatore stesso e assale Edith.
Edith riesce a difendersi colpendolo al viso con una torta rovente e scappa dalla porta della cucina.
(la seconda parte è l’episodio 07. I due episodi sono stati trasmessi come una puntata unica della durata di un’ora)
R: Paul Bogart
A: Bob Schiller, Bob Weiskopf
O: David Dukes, Jane Connell, John Brandon, Ray Colella
07. Edith’s 50th Birthday (seconda parte) (16 ottobre 1977)
Edith, spaventatissima, riesce a raggiungere la casa di Mike e Gloria e, quando entra, viene accolta dagli ospiti della festa a sorpresa che le urlano i loro auguri tutti insieme, facendole rischiare un infarto. Privatamente parla dell’accaduto alla famiglia e, mentre gli uomini le consigliano di lasciare perdere, Gloria la convince a recarsi alla polizia per denunciare l’accaduto.
R: Paul Bogart
A: Bob Schiller, Bob Weiskopf
O: David Dukes, Jane Connell, John Brandon, Ray Colella
Nona stagione (1978-1979)
01. End in Sight (1. ottobre 1978)
Una visita medica richiesta dall’assicurazione, rivela ad Archie la presenza di macchie sospette nel fegato. Convinto che gli rimanga poco da vivere inizia a comportarsi in modo insospettabilmente dolce con tutti, ma poi le macchie si rivelano essere solo gas.
R: Paul Bogart
A: Nate Monaster
O: Phil Leeds
07. Archie’s Other Wife (5 novembre 1978)
Durante una riunione, Archie viene fatto vittima di uno scherzo e si risveglia al fianco di una donna di colore che gli dice che sono stati uniti in matrimonio la sera prima.
R: Paul Bogart
A: Bob Schiller, Bob Weiskopf
O: Eugene Roche, Harvey Lembeck, Jonelle Allen, James J. Casino
08. Edith Versus the Bank (19 novembre 1978)
Edith vuole sorprendere Archie regalandogli per il loro trentesimo anniversario un televisore a colori ma non riesce a ottenere credito dal negoziante né un prestito dalla banca. Riuscirà a comperarlo convincendo Archie a pagarla per i trent’anni di lavoro come casalinga.
R: Paul Bogart
A: Mel Tolkin, Larry Rhine
O: John Harkins
Episodio speciale A Series Retrospective (4 marzo 1979)
In occasione della prossima chiusura della serie, Norman Lear conduce questa puntata speciale della durata di 90 minuti in cui vengono mostrate le scene migliori della serie e vengono ascoltati brevi commenti fatti da 100 coppie provenienti da tutti gli Stati Uniti, che compongono il pubblico.
Note:
(1)
anche oggi questa idea è imperante: spessissimo i personaggi delle serie hanno tenori di vita altissimi e abitano case o appartamenti decisamente al di sopra delle loro possibilità se paragonate ai mestieri che svolgono, quasi a voler elevare il benessere materiale come scopo supremo e confortante, seguendo in questo i dettami dei vari sponsor
(2)
(George, Louise e Lionel) che ritroveremo tutti in seguito nella loro serie The Jeffersons, ossia I Jefferson, 1975-1985
(3)
andato in onda per la prima volta il 6 aprile 1971
(4)
già Mary Richards in “The Mary Tyler Moore Show” aveva dato dimostrazione di indipendenza da qualsivoglia figura maschile ma, al contrario di Maude, non ne aveva fatto un bandiera
(5)
Workman Publishing Company, febbraio 1988
Registi
Paul Bogart, Norman Campbell, Hal Cooper, H. Wesley Kenney, Michael Kidd, Bob LaHendro, Norman Lear, Bob Livingston, Walter Miller, John Rich, Gordon Rigsby, Bud Yorkin
Autori
Douglas Arango, John Baskin, Harriet Belkin, Norman Belkin, George Bloom, Vincent Bogert, Ron Bloomberg, Harve Brosten, George Burditt, M.D., Bill Dana, Bill Davenport, Elias Davis, Lou Derman, Phil Doran, Robert Fisher, Ron Friedman, Lila Garrett, Robert L. Goodwin, Dixie Brown Grossman, Barry Harman, David P. Harmon, Susan Harris, Paul Harrison, Milt Josefsberg, Bryan Joseph, Lee Kalcheim, Austin Kalish, Irma Kalish, Hal Kanter, Allan Katz, Dennis Klein, Woody Kling, Norman Lear, Alan J. Levitt, Albert E. Lewin, Paul Lichtman, Sam Locke, Mort Lachman, Michael Loman, Arthur Marx, Jerry Mayer, Mike Milligan, Philip Mishkin, Gordon Mitchell, Nate Monaster, Jay Moriarty, Michael Morris, Warren S. Murray, Don Nicholl, Rod Parker, Gene Perret, Dave Pollack, William C. Rader, John Rappaport, Rob Reiner, Don Reo, Larry Rhine, Bill Richmond, Mickey Rose, Michael Ross, Stanley Ralph Ross, Bob Schiller, Phil Sharp, Patt Shea, Roger Shulman, Ben Starr, Sandy Stern, Chuck Stewart, Howard Storm, Burt Styler, Erik Tarloff, Ray Taylor, Mel Tolkin, Lloyd Turner, Olga Vallance, Susan Ware, Paul Wayne, Lennie Weinrib, Bob Weiskopf, Harriet Weiss, Bernie West , Bud Wiser
Produzione
Bud Yorkin Productions / Columbia Pictures Television / Norman Lear per Tandem Productions
Produttori
Norman Lear, John Rich, Mort Lachman (esecutivo)
Musiche originali
Roger Kellaway
Tema iniziale
”Those Were the Days”
di Lee Adams e Charles Strouse
cantato da Carroll O’Connor e Jean Stapleton
Numero di episodi
210 (speciali inclusi) suddivisi in nove stagioni
Durata per episodio
circa 25 minuti
Fonti
Tim Brooks, Earle F. Marsh, “The Complete Directory to Prime Time Network and Cable TV Shows, 1946-Present”, Ballantine Books, Nona edizione (16 ottobre 2007);
Donna McCrohan, “Archie & Edith, Mike & Gloria: The Tumultuous History of All in the Family”, Workman Publishing Company, prima edizione (primo gennaio 1988);
wikipedia.org
IMDb.com
DVD
All in the Family: Complete First Season
All in the Family: Complete Second Season
All in the Family: Complete Third Season
All in the Family: Complete Fourth Season
All in the Family: Complete Fifth Season
All in the Family: Complete Sixth Season
All in the Family – The Complete Seventh Season
All in the Family: The Complete Eighth Season
All in the Family – The Complete Ninth Season
All in the Family : Fan Favorites
LIBRI
Archie & Edith, Mike & Gloria: The Tumultuous History of All in the Family
LmvnfB, la storia della sticom attraverso le serie più rappresentative