«Non sono Armeno, sono Americano. A dire il vero, sono entrambe le cose e nessuna delle due. Amo l’Armenia e amo l’America e appartengo a entrambe. Però sono solo un abitante della Terra e così tu, chiunque tu sia. Ho tentato di dimenticare l’Armenia, ma non ce l’ho fatta»
― William Saroyan
Figlio di Armenak e Takoohi Saroyan, immigrati armeni originari di Bitlis, lo scrittore William Saroyan (1908-1981), oggi noto meno di quanto meriti, nasce a Fresno, in California, e già all’età di tre anni, alla morte del padre, si trova in un orfanotrofio.
Vi resterà per 5 anni, prima di riunirsi con sua madre, suo fratello e sua sorella.
Per nulla incline al compromesso, rifiutò il premo Pulitzer nel 1939 in quanto riteneva che l’opera per cui era stato candidato – “The Time of Your Life” (“I giorni della nostra vita”) – non fosse migliore del resto della sua produzione, e ottenne un Oscar nel 1944 per il soggetto originale di The Human Comedy (in italiano: “La commedia umana”), diretto da Clarence Brown. Una vicenda controversa, quella del suo apporto al film: ingaggiato dalla MGM per scriverne il soggetto e dirigerlo, scelse di ritirarsi quando gli venne chiesto di accorciare la storia. Riscrisse quindi il soggetto in forma di romanzo e lo pubblicò prima che il film uscisse. Il film verrà in seguito diretto da Clarence Brown e scritto da Howard Estrabrook, basandosi sempre sul soggetto di Saroyan. Da qui, l’opinione comune che il film sia ispirato al libro, ignorando che questo è nato dal soggetto per il film.
Dopo avere lasciato un’importante quantità di scritti, tra romanzi, racconti e testi per il teatro, Saroyan morirà a Fresno all’età di 72 anni. Metà delle sue ceneri verranno sepolte in California, metà in Armenia, nel pantheon di Komitas, dove sono a fianco di quelle del regista Sergei Parajanov.
«C’è una piccola area nell’Asia minore che si chiama Armenia, ma non è così. Non è l’Armenia, è un luogo. Ci sono solo Armeni e abitano la Terra, non l’Armenia, perché l’Armenia non esiste. Non esiste l’America e nemmeno l’Inghilterra, la Francia, l’Italia. C’è solo la Terra.»
― William Saroyan
Nel 1964, Saroyan decide di visitare i luoghi di origine dei suoi genitori, per i quali provava un profondo attaccamento malgrado non ci fosse mai stato, in un viaggio che si trasforma sin da subito in qualcosa di ben più intenso di un ritorno alle radici.
È da qui che Lusin Dink – che afferma di riconoscersi nello scrittore, grazie anche alle comuni origini armene, tanto da condividere le sue stesse domande esistenziali malgrado appartengano a generazioni diverse e siano cresciuti in luoghi diversi – prende le mosse per raccontare quel viaggio, concentrandosi sugli effetti che ebbe su di lui e che non sono, come ci si potrebbe aspettare, quelli della nostalgia ma ben più quelli della scoperta con occhi privi di preconcetto o giudizio.
«Sebbene io scriva in inglese e a dispetto del fatto che io sia Americano, mi considero uno scrittore armeno. Le parole che uso sono in inglese e i luoghi di cui scrivo sono americani ma l’anima, che mi fa scrivere, è armena. Questo significa che io sono uno scrittore armeno e che amo l’onore di fare parte della famiglia degli scrittori armeni»
― William Saroyan
L’approccio è fortemente filologico (e mai pedante), tanto da essere spunto per ricerche approfondite e ripetute letture dei suoi scritti con l’ambizione di proporre un risultato semplice, lineare. Ma il risultato è complesso, in senso buono: in ogni scena si intuisce il profondo lavoro di ricerca ma anche l’empatia, che viene quindi traslata allo spettatore. Ricostruendo con attori il viaggio e mescolando le bellissime immagini dei luoghi (fotografate da Thomas Mauch) con testimonianze d’epoca – facendo anche ricorso alla voce narrante di Ara Mgrdichian, che legge brani degli scritti di Saroyan – Lusin Dink, al suo primo lungometraggio, compone un ritratto di grande poesia e sottigliezza, appassionante dal primo all’ultimo minuto, dimostrazione di un talento non comune che conosce il rispetto e le implicazioni politiche del suo cinema.
Mentre non c’è alcun bisogno di conoscere William Saroyan per godere del film, è certo che, dopo averlo visto, la voglia di leggere le sue opere sarà insopprimibile.
Roberto Rippa
INTERVISTA a LUSIN DINK
Saroyan Ülkesi
(SaroyanLand, Turchia, 2013)
Regia, sceneggiatura: Lusin Dink
Fotografia: Thomas Mauch
Fotografia (interni): Emre Başaran
Scenografie: Hülya Karakaş
Costumi: Baran Uğurlu
Produttori: Soner Alper, Lusin Dink
Produzione: Nar Film – www.narfilm.com
Interpreti: Ali Bayramoğlu (William Saroyan), Artur Norikyan (William Saroyan bambino), Kevork Malikyan (Hosrov, zio di William Saroyan), Oşin (Yalçın) Çilingir (Arab Halil), Sevinç Erol (Takuhi, madre di William Saroyan), Elmon Hayran (Lusintak, nonna di William Saroyan), Nişan Şirinyan (zio Haslan), Roy Erzurumlu (fratello di William Saroyan)
72′
William Saroyan – Bibliografia
Romanzi
The Daring Young Man on the Flying Trapeze (1935)
– Che ve ne sembra dell’America?, tr. it. di E. Vittorini, Mondadori, Milano 1940
– Il trapezio volante e altri racconti, 2001, Marcos y MarcosInhale and Exhale (1936)
Three Times Three (1936)
Little Children (1937)
The Trouble With Tigers (1938)
– La tigre di Tracy, tr. it. di L. Mercatali, Mondadori, Milano 1954
Peace, It’s Wonderful (1939)
Love Here Is My Hat (1938)
My Name Is Aram (1940)
– Il mio nome è Aram, tr. it. di M. Monti, Bompiani, Milano 1947
– (ristampa a cura di M. Monti, con il racconto Piccola cara, Mondadori, Milano 1963)
Razzle-Dazzle (1942)
The Human Comedy (1943)
– La commedia umana, a cura di Marcello Morpurgo, Mondadori, 1974.
– 2010, Marcos y Marcos
Get Away Old Man (1944)
Dear Baby (1944)
The Adventures of Wesley Jackson (1946)
The Twin Adventures (1950) Saroyan’s journal with reprint of Wesley Jackson
Rock Wagram (1951)
– Rock Wagram l’indistruttibile, tr. it. di L. Mercatali, Mondadori, Milano 1953
Tracy’s Tiger (1952)
The Bicycle Rider in Beverly Hills (1952)
– In bicicletta a Beverly Hills, tr. it. di G. Fletzer, Mondadori, Milano 1956
– 2001, Marcos y Marcos
The Laughing Matter (1953)
Love (1955)
The Whole Voyald and Other Stories (1956)
Mama I Love You (1956)
– Ti voglio bene, mamma, tr.it. di Magda de Cristoforo, ed. italiana Mondadori Mlano 1958
Papa You’re Crazy (1957)
Here Comes, There Goes, You Know Who (1962)
Gaston (1962), short story collected in Madness…
Boys and Girls Together (1963)
Not Dying (1963)
One Day in the Afternoon of the World (1964)
Short Drive, Sweet Chariot (1966)
I Used to Believe I Had Forever, Now I’m Not So Sure (1968)
The Man with the Heart in the Highlands and other stories (1968)
– Il mio cuore negli altipiani tr. it. Vittorini-Pignata, Mursia, Milano, p. 364
Letter from 74 rue Taitbout (1971)
Places Where I’ve Done Time (1957? stampa ufficiale: 1972)
Days of Life and Death and Escape to the Moon (1973)
Sons Come and Go, Mothers Hang i Forever (1976)
Chance Meetings (1978)
Obituaries (1979)
Births (1983)
My name is Saroyan (1983)
Madness in the Family (1988)
Scritti teatrali
The Time of Your Life (1939) – Premio Pullitzer per la migliore opera drammatica
My Heart’s in the Highlands (1939)
Elmer and Lily (1939)
Three plays (1940):
Love’s old sweet song
The Agony of Little Nations (1940)
Hello Out There (1941)
Across the Board on Tomorrow Morning (1941)
The Beautiful People (1941)
Bad Men in the West (1942)
Talking to You (1942)
Coming Through the Rye (1942)
Don’t Go Away Mad (1947)
Jim Dandy (1947)
The Slaughter of the Innocents (1952)
The Oyster and the Pearl (Television Play) (1953)
The Stolen Secret (1954)
The Cave Dwellers (1958)
Sam, The Highest Jumper Of Them All, or the London Comedy (1960)
Hanging around the Wabash (1961)
The Dogs, or the Paris Comedy (1969)
Armenian (1971)
Assassinations (1974)
Tales from the Vienna Streets (1980)
An Armenian Trilogy (1986)
The Parsley Garden (1992)
Racconti
“1,2,3,4,5,6,7,8”
“An Ornery Kind of Kid”
“The Filipino and the Drunkard”
“Gaston” (date unknown)
“The Hummingbird That Lived Through Winter”
“Knife-Like, Flower-Like, Like Nothing At All in the World” (1942)
“The Mourner”
“The Parsley Garden”
“Resurrection of a Life” (1935)
The Summer of the Beautiful White Horse (1938)
“Seventy Thousand Assyrians” (1934)
“The Shepherd’s Daughter”
“Sweetheart Sweetheart Sweetheart”
“Third day after Christmas” (1926)
“Five Ripe Pears” (1935)
“Pomegranate Trees” (anno di pubblicazione sconosciuto)
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