Non giriamoci troppo intorno. Abel Ferrara viene troppo spesso liquidato, con superficialità, sciatteria e ignoranza, come un folle stonato, bruciato da un passato nella downtown newyorkese. Nel migliore dei casi è considerato un artista maledetto che ha imboccato il viale del tramonto. Ma non è possibile, non è intellettualmente accettabile e onesto, dimenticare che quest’uomo così folle e sregolato, capace di indicibili sgradevolezze, è uno dei più straordinari registi cinematografici degli ultimi trent’anni. Autore di capolavori inarrivabili e immortali quali: The Driller Killer, Ms. 45, China Girl, King of New York, Bad Lieutenant, The Addiction, The Funeral, The Blackout, R-Xmas, Mary e 4:44 Last Day on Earth.
È desolante vederlo muoversi nei festival fra lo scherno e la risate idiote dei critici e dagli addetti ai lavori (che poi chissà che fanno realmente): borghesucci da quattro soldi che concepiscono il cinema come un pranzo di gala.
Abel Ferrara è un Maestro del cinema contemporaneo che ha saputo raccontare, meglio di chiunque altro, l’esplosione dell’edonismo anni’80 e anticipato il suo sfacelo dei nostri giorni, fino alla fine del mondo dell’ultimo giorno sulla terra. Il suo cinema esprime una coerenza e una forza che è delittuoso non celebrare quanto merita.
Toglietevi il cappello davanti ad Abel Ferrara, un genio folle che ha prodotto un cinema unico e irripetibile.
Lo abbiamo incontrato quest’estate a Locarno e, con una gentilezza fuori dall’ordinario, ci ha raccontato del film su Pier Paolo Pasolini al quale sta lavorando, della voglia di mettere in scena la storia di un giovane intellettuale nella Roma degli anni ’50 e ’60, della sua vita spericolata in un Italia pericolosa e ambigua e delle difficoltà di fare cinema oggi.
Viva Abel !
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A conversation with Abel Ferrara
intervista a cura di Roberto Rippa e Andrea Inzerillo
video by AG
Locarno, Agosto 2013
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