Ms. 45 > Abel Ferrara

Ms 4501

Articolo pubblicato sul NUMERO7 | LUGLIO/AGOSTO’08 di RAPPORTO CONFIDENZIALE (pag. 51)

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“I peccati si scontano per le strade e non in chiesa”

L’incontro dell’attrice Zoë Lund con altri due geniali outsiders, quali Abel Ferrara e Nicholas St. John, porta alla creazione di questa pellicola “L’Angelo della Vendetta” (titolo originale “Ms 45”, dal calibro della pistola della protagonista), nella quale Zoë interpreta una timida sartina muta, chiamata Thana (il nome é già tutto un programma) immersa in una New York infernale.
Stuprata due volte nel corso della stessa giornata, la ragazza, sconvolta e disperata, riuscirà ad uccidere il secondo violentatore (il primo é interpretato dallo stesso Ferrara) e, trasformata dalla disumana ferocia subita, se ne vendicherà barbaramente, facendolo letteralmente a pezzi, poi sparsi per la città in sacchetti di plastica o trasformati in macinato per il cagnolino della vicina ficcanaso. Con la pistola dell’aggressore, la donna si trasformerà in una serial killer, giustiziera notturna senza scrupoli, decisa ad eliminare il genere maschile dalle strade della putrescente Grande Mela.
La realtà di New York mostrata nella pellicola di Ferrara é impregnata di degradazione, squallore e violenza indicibili e quella della protagonista, violata e oppressa nella sua iniziale purezza, é una delle poche reazioni plausibili. La straordinaria e bellissima Zoë nella parte della muta Thana ci regala un’interpretazione indimenticabile, grazie al suo incredibile lavoro sulle espressioni facciali e i movimenti corporei, riuscendo a comunicare sia l’innocenza che la furia selvaggia.
Il suo personaggio é dotato di un incredibile magnetismo che, ricordando il film, rimane vivo nel tempo. In un delirante ballo di Halloween finale si veste da suora, con reggicalze, rossetto fuoco e pistola e fa strage del genere maschile tout court.
Proprio in questa sequenza vi è l’apice del film, in quel mix di slow-motion, musica ipnotica, sangue e ironia blasfema.
La vendetta che si consuma nel film, come sottolinea Zoë nelle interviste, non é solo quella per la libertà della donna contro una violenta società maschilista, ma anche quella per la libertà della fragile handicappata, della lavoratrice precaria e ricattabile, fino alla lotta per la libertà di ogni individuo in una società feroce ed aggressiva.
Colgo l’occasione, parlando di questo film, per rendere omaggio alla protagonista, successivamente anche co-sceneggiatrice (e attrice in una breve accecante sequenza) dell’illuminante “Il Cattivo Tenente”. Una vita breve e intensa la sua, vissuta consapevolmente sulla propria pelle e sull’orlo del precipizio, tra Eros e Thanatos, tra peccato e redenzione, tra droga e filosofia.
Zoë nasce nel 1962 e giovanissima si lega a movimenti studenteschi di protesta come figura teorica e organizzativa di primo piano, mentre a diciassette anni diventa assistente e compagna del filmmaker e critico Edouard (Yves) de Laurot.
Il suo talento musicale in quegli anni é impressionante, ma lei ritiene che sia il cinema l’arte che le può permettere di veicolare ed esprimere in maniera decisiva le proprie rivoluzionarie teorie e convinzioni.
L’incontro con Abel Ferrara le cambia la vita e probabilmente il destino…Grazie alla notorietà che “L’Angelo della Vendetta” le regala, Zoë si trasferisce a Los Angeles col suo compagno, che si spaccia furbescamente per Abel Ferrara (il vero Abel racconta che quando arrivò ad Hollywood, anni dopo, molti pensavano di averlo già conosciuto).
inanziamenti per gli innumerevoli progetti dell’attrice, arrivando a incontrare tra gli altri Francis Ford Coppola e Warren Beatty, ma la sofferenza e la pulsione autodistruttiva divorano Zoë, che cerca sempre più conforto e fuga nelle droghe (descriverà, in seguito, queste esperienze nel film “The Self-Destruction of Gia” su Gia Carangi).
In questo periodo Zoë fa la modella per guadagnarsi da vivere, ma vanno anche ricordate la sua doppia interpretazione nel film “Special Effects” del 1984 (diretto da Larry Cohen) e la partecipazione al documentario “Heavy Petting”, nel quale diversi personaggi famosi, tra cui William Burroughs e Allen Ginsberg, raccontano le loro prime esperienze sessuali.
Zoë scrive, nel frattempo, numerosi racconti, romanzi e addirittura quindici sceneggiature, sempre incentrati sui temi della colpa e della possibile redenzione, ma è assolutamente incapace di chiudere le lunghe trattative per farli pubblicare.
Nel 1992 scrive la sceneggiatura del capolavoro ferrariano “Il cattivo tenente”, in cui interpreta anche una tossicodipendente spacciatrice, rendendo evidente l’assunto scorsesiano che “i peccati si scontano per le strade e non in chiesa”.
Nel 1993 scrive, dirige e interpreta un brevissimo corto intitolato “Hot Ticket”.
La sua irriducibile diversità la porta ad autodistruggersi… muore infatti a Parigi all’età di 37 anni, a causa di un infarto per abuso di cocaina.

“I vampiri sono fortunati. Si nutrono degli esseri che trovano. Invece noi divoriamo noi stessi. Dobbiamo mangiare le nostre gambe per trovare la forza di camminare. Dobbiamo arrivare per potere andar via. Dobbiamo succhiarci fino in fondo. Dobbiamo divorarci da soli, finché non resta nient’altro che la fame. Noi diamo, diamo e diamo come pazzi. Non credo che tutto questo abbia senso. Non significa niente. Gesù ha detto: settanta volte sette, nessuno riuscirà mai a capire perché l’hai fatto, ti abbiamo già dimenticato il mattino dopo. Peccato.”
(Zoë Lund in “Il Cattivo Tenente”)

Ms. 45 (L’angelo della vendetta, USA, 1981)
Regia: Abel Ferrara
Sceneggiatura: Nicholas St. John
Musiche: Joe Delia
Fotografia: James Lemmo
Montaggio: Christopher Andrews
Interpreti principali: Zoë Lund, Albert Sinkys, Darlene Stuto, Helen McGara, Nike Zachmanoglou, Abel Ferrara
80′



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