Trama
Marjane è una bambina iraniana cresciuta libera di studiare e giocare con altri bambini, anche dell’altro sesso, e sognando di diventare un profeta. All’età di dieci anni, il mondo intorno a lei cambia radicalmente in peggio: bambini e bambine accedono alla scuola da porte differenti e non hanno più possibilità di incontrarsi, e lei deve portare un lungo vestito nero e il velo. La guerra con l’Irak non fa che peggiorare la situazione e, quando i suoi genitori la mandano in Europa per sottrarla alle nuove, rigide, regole imposte, Marjane sente forte la malinconia per il suo Paese, per la sua famiglia, per sua nonna, solido punto di riferimento nella sua vita. Tornata in Iran, non resisterà a lungo e partirà nuovamente, questa volta per sua scelta.
Commento
Tratto dall’omonimo romanzo grafico (pubblicato in quattro tomi) scritto e disegnato da Marjane Satrapi, nata e cresciuta in Iran e poi trasferitasi in Europa (la prima volta per decisione dei genitori, la seconda per sua volontà – a causa della rivoluzione del 1979-1980 che modificò l’esistenza di un popolo intero, e ancora di più quella delle donne), Persepolis, dal nome dell’antica capitale persiana, racconta la sua vita, o meglio il suo Paese visto attraverso i suoi occhi di bambina prima e di adulta poi. Marjane ama il suo Paese, e così i suoi genitori, ma si rende anche conto che dopo la rivoluzione che ha annullato di fatto la libertà individuale le è impossibile viverci ed è proprio questo punto di vista a rendere il film molto più di un resoconto di una situazione storica e politica così come la conosciamo dalle cronache. Lo spettatore assiste ai cambiamenti visti attraverso gli occhi di una bambina, di una bambina dalle idee in chiaro e non abituata a tacerle, quindi la segue nel suo trasferimento a Vienna, un trasferimento reso ancor più difficile dalla malinconia per il suo Paese, per la sua famiglia e per le difficoltà che le conseguono dal rivelarsi iraniana, quasi una rimozione di un passato fatto di repressione e di un presente fatto di distacco dai suoi affetti e dalle sue radici, doloroso quindi in entrambi i casi. Il punto di vista di Marjane è estremamente lucido e sempre intrecciato con la storia del Paese: intorno a lei le persone scompaiono, è sufficiente esprimersi liberamente perché questo accada, o muoiono per la guerra. Ragazzi e ragazze non possono stare insieme, la musica occidentale viene venduta al mercato nero, l’alcool è vietato e, naturalmente, le donne non hanno alcun diritto. E questo legame non si scioglie mai, nemmeno quando la piccola Marjane si trasferisce in Europa. Cambia solo la prospettiva, ma il dolore e la malinconia per qualcosa che si è conosciuto e non c’è più rimangono, facendo di Marjane un’estranea sia nel suo Paese che fuori.Per quanto riguarda l’aspetto prettamente cinematografico, Persepolis rimane estremamente fedele al fumetto, disegnato in maniera semplice quanto ricca e bella in uno stupendo bianco e nero, la sceneggiatura è precisa nel raccontare una ventina d’anni di Marjane e del suo Paese e Vincent Paronnaud Mrjane Satrapi iniettano nella storia robuste dosi di sottile ironia.
Per me, sicuramente uno tra i film più belli del 2007.
Roberto Rippa
Persepolis (Francia-USA, 2007)
Regia e sceneggiatura: Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud
Soggetto: Marjane Satrapi Musiche: Olivier Bernet
Montaggio: Stéphane Roche
Animazioni: Damien Barrau (animatore), Thierry Peres (assistente), Jung Wang (supervisore)
Voci nella versione originale: Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve, Danielle Darieux, Simon Abkarian, Gabrielle Lopes Benites, François Jerosme, Arié Elmaleh, Jean-François Gallotte, Mathias Mlekuz
95′
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