ricci/forte
MACADAMIA NUT BRITTLE
Italia/2010
regia di Stefano Ricci
Lo sguardo lisergico di Cooper si è intrecciato così con il nostro, nutrito dello stesso disagio, delle stesse mancanze, di identiche perdite. L’attesa notturna di quattro divoratori di gelato Haagen Dasz (il “Macadamia Nut Brittle” del titolo), in un reparto ospedaliero, su un aereo o in una casa dei giochi sull’albero, si materializza in un tamagotchi onirico, in cui si fanno i conti con un processo identitario che, se da una parte lascia liberi, dall’altra sviluppa un senso di estraniamento da un pianeta che ci scivola via sotto i piedi. Nella fluttuazione emotiva, privi di cintura di sicurezza, scendiamo in picchiata verso un libertinaggio imprevedibile che possa riappropriarci di un gusto, di un peso. La rumba degli strappi è iniziata; le lacerazioni segnano le figure trasformando in un incubo ad occhi aperti il sogno romantico della famiglia felice da Mulino Bianco.
Vittime, carnefici, protagonisti di questo snuff movie che la vita offre siamo noi, alla disperata ricerca di amore in un mondo impossibile: perché alla fine anche la Natura, come gli uomini, è troia e infedele. Sempre.
(dalle note di regia dello spettacolo)
Questa volta scriviamo di teatro.
All’entrata del pubblico in sala, gli attori sono già sul palcoscenico impegnati nel mimare le indicazioni di sicurezza di volo. Un’indicazione in quel momento poco comprensibile ma che lo diventerà molto presto, poco dopo, quando ci si ritroverà intrappolati nella miseria delle nostre esistenze dettate dal linguaggio televisivo (con le citazioni adattate al luogo in cui lo spettacolo viene rappresentato), rinchiusi come gli zombi di “Dawn of the Dead” di Romero in un immenso centro commerciale in cui anche i corpi, o meglio il loro congiungersi, hanno sempre un retrogusto di commercio, velocità, dolore, disperato antidoto alla morte. E poi l’adolescenza, con il suo ignorare il tempo che verrà, e la morte, con il problema eterno delle parole giuste mai dette per tempo. E l’omosessualità nel nostro Paese, come un coltello nascosto alle spalle di due amanti che si baciano.
Omaggio dichiarato al mondo di Dennis Cooper, romanziere, poeta, autore teatrale e artista visale, “Macadamia Nut Brittle” è un teatro che mette in scena la deriva usando il linguaggio stesso che il pubblico recepisce in modo naturale come proprio (come suggerito dalle risate che accolgono determinate situazioni), esperimento di critica sociale che non ci sbatte in faccia più la nostra miseria – la miseria del nostro tempo – ma che ci costringe a riconoscerla come nostra.
“Macadamia Nut Brittle” (il titolo è preso a prestito da un gusto di gelato di Häagen-Dazs) è uno spettacolo che vive dell’accumularsi dei temi che tratta, del suo ritmo incessante, delle interpretazioni dei suoi (generosi e straordinari) attori Fabio Gomiero, Anna Gualdo,
Andrea Pizzalis,
Giuseppe Sartori, impegnati in un vero e proprio tour de force fatto di sudore, ininterrotto movimento, sforzo fisico e sangue.
Quasi impossibile da raccontare per il turbinio di immagini che propone e per l’affastellarsi di temi legati all’essenza della nostra esistenza, divertente, straziante e spiazzante, “Macadamia Nut Brittle” è sicuramente uno tra gli spettacoli teatrali italiani più interessanti da tempo a questa parte. Assolutamente da non perdere alla sua ripresa delle repliche nel 2012.
Visto a Lugano, Teatro Nuovo Studio Foce, 10 dicembre 2011
Roberto Rippa
Leggi anche Macadamia Nut Brittle – Il peso dell’adolescenza / Critica di Matteo Marelli da CinemAvvenire
ricci/forte
MACADAMIA NUT BRITTLE
con
Anna Gualdo
Andrea Pizzalis
Giuseppe Sartori
Fabio Gomiero
movimenti
Marco Angelilli
direzione tecnica
Diego Labonia
assistente regia
Elisa Menchicchi
regia
Stefano Ricci
APPUNTAMENTI
Mentre altri spettacoli di Ricci/Forte sono attualmente in tournée, “Macadamia Nut Brittle” verrà ripreso nel 2012. Queste le date al momento fissate, ma ce ne saranno altre a partire da gennaio.
09 / 03 / 2012 AL 10 / 03 / 2012 | GENOVA
Teatro Gustavo Modena
23 / 03 / 2012 AL 25 / 03 / 2012 | NAPOLI
Galleria Toledo
27 / 04 / 2012 AL 29 / 04 / 2012 | ROMA
Teatro Palladium
Stefano Ricci e Gianni Forte si incontrano al Teatro Stabile di Palermo alla fine degli anni 90: attori neo-diplomati alla Silvio d’Amico con la passione per la scrittura, non si riconoscono nelle esperienze fatte fino a quel momento. Migrano a New York, dove studiano drammaturgia con Edward Albee. Abbandonano la pratica attoriale per dedicarsi sempre più alla ricerca autoriale, fino a fondare, nel 2007, la compagnia che porta il loro nome. Scrivono di tutto: per il teatro, ma anche cinema e televisione – e forse proprio quest’esperienza dona al duo la capacità di affrontare con una forza originale tante croci e delizie dell’immaginario post-capitalista contemporaneo.
(fonte: la Biennale di Venezia – la Biennale teatro)