Il calcio e la libertà delle donne iraniane

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Quel che sta capitando in Iran è tremendo, la repressione selvaggia del regime teocratico degli ayatollah alla rivolta popolare è un’infamia, un delitto contro l’umanità; eppure c’è qualcosa di meraviglioso e vitale in tutto ciò. Il popolo alza la testa, Teheran non si lascia schiacciare da un establishment impazzito che ha perso la misura della realtà. E’ bello vedere le strade riempirsi di donne, quelle stesse donne che lo Stato iraniano vorrebbe costringere ai margini della società e non è un caso che siano stati proprio gli occhi di Neda, una giovane donna, a gridare al mondo lo scempio di quanto sta accadendo. Il popolo iraniano chiede democrazia ma soprattutto libertà, di vestirsi, di ballare, di amare, di ascoltare musica e di vedere film; sono proprio le donne le più bisognose d’un cambiamento ed è per questo che in queste ore sono in prima persona coinvolte nelle manifestazioni ed anche nell’azione politica.

Giocare a calcio non è concesso alle donne iraniane, tant’è che la nazionale di calcio femminile fino al 2006 non aveva mai potuto disputare alcuna partita per l’impossibilità imposta dal regime di incontrare altre squadre. La donna deve stare in disparte, isolata. Tutto questo fino all’aprile del 2006 giorno in cui allo stadio di Teheran, proibito agli uomini e festosamente invaso da un migliaio di sole donne, la nazionale femminile iraniana ha affrontato in amichevole una squadra di donne berlinesi. Football Under Cover documenta la lunga preparazione di questa storica partita di calcio e ce la mostra soffermandosi sugli sguardi pieni di orgoglio di questo straordinario esempio di coraggio e cocciutaggine. David Assmann e Ayat Najafi hanno il merito di cogliere l’universalità del messaggio contenuto in un evento che è tutto un silenzioso simbolo. Il regime è comunque sempre presente, come un genitore che impone regole ridicole: alle calciatrici iraniane come pure alle tedesche è imposto di giocare con il velo sul capo mentre una voce diffusa dagli altoparlanti intima al pubblico di mantenere un comportamento più consono alle leggi coraniche. Un regime che vieta anche solo di giocare a calcio come può essere un partner commerciale delle nostre democrazie?

Queste donne hanno dimostrato, sul campo, che la strada per l’ottenimento delle libertà fondamentali passa invariabilmente per il coraggio e la cocciutaggine.

Anche dal punto di vista della qualità cinematografica il documentario è degno di nota, brillante l’uso dell’HD e ben fatti risultano il montaggio, energico ed incisivo, e l’audio.

Da vedere assolutamente, magari su un canale del nostro servizio pubblico.

Football Under Cover

Regia: David Assmann, Ayat Najafi; da un’idea di: Corinna Assmann, David Assmann, Marlene Assmann, Valerie Assmann, Ayat Najafi; fotografia: Niclas Reed Middleton, Anne Misselwitz; montaggio: Sylke Rohrlach; musiche: Niko Schabel; sound mixer: Anton Feist; con: Niloofar Basir, Narmila Fathi, Sanna El-Agha alias “Susu”, Paraskevi Boras alias “Paros”, Marlene Assmann, Ayat Najafi, Hüseyin Karaduman; produttori: Patrick Merkle, Roshanak Behesht Nedjad, Helge Albers per Assmann e Flying Moon production; paese: Germania, Iran; anno: 2008; durata: 86′.

www.football-under-cover.de
http://www.flyingmoon.com/en/film_details.php?film_id=17

Riconoscimenti: Teddy Award 2008 (Miglior documentario, Volkswagen Audience Award) / Friedensfilmpreis 2008 (Premio del pubblico) / Pink Apple Film Festival 2008 (Premio del pubblico) / Outfest di Los Angeles 2008 (Freedom Award) / Molise Festival 2008 (Miglior documentario)



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