Scarsamente in confidenza con il suo corpo, una studentessa liceale scopre un’anomalia fisica nel momento in cui diventa oggetto di violenza da parte di alcuni tra gli uomini che la circondano.
Dawn è una liceale che si è immolata alla causa della conservazione della verginità sino al matrimonio e tenta di fare proseliti tra le sue compagne di scuola. Una causa cui le è facile assoggettarsi sino all’arrivo di Tobey, un nuovo studente, che mette a dura prova il suo equilibrio ormonale. Se a scuola Dawn non ha vita semplice, a casa le cose non vanno tanto meglio: la madre sta morendo, il patrigno presenta diversi lati oscuri e lo squilibrato fratellastro tenta di forzare ciò che Dawn vuole mantenere intatto, questo malgrado abbia quasi perso un dito anni prima.
Già, perché più che la forza di volontà e la motivazione può l’anatomia: Dawn, infatti, riporta il tema della vagina dentata (pronta a difendere l’ingresso da qualsiasi ospite indesiderato) dal mito alla cronaca.
È la situazione che permette scene che mescolano orrore e comicità (non involontaria) per la grossolanità degli effetti speciali. Nel corso del film, Dawn lascerà un mucchietto di peni recisi sul suo cammino. Lichtenstein però non si accontenta e, mentre fa di Dawn un personaggio necessariamente simpatico perché il pubblico provi empatia per lei e la sua condizione, ambisce a trattare temi alti come quello relativo al rapporto uomo-donna e, soprattutto, quello del sesso usato come arma di potere sia dalle donne che dagli uomini.
“Teeth” non è ovviamente un film perfetto: talvolta i suoi temi si fanno eccessivamente ovvi, la trama presenta numerose incongruenze ed è a tratti lontana dal poter fungere da spunto per un film artistico come ambirebbe. Però è una commedia nera ben riuscita, divertente e ripugnante allo stesso tempo. Anche quando la sua esile premessa esaurisce il suo potenziale di sorpresa, il film riesce a intrattenere grazie ad alcune situazioni imprevedibili. Lichtenstein (figlio di Roy, uno tra i più eminenti esponenti della Pop Art, più attivo come attore, qui al suo primo lungometraggio) mescola lo stile Troma (“Kondom des Grauens”-“Killer Condom”, tratto dal fumetto di Ralf König è di 11 anni prima, ma il film presenta similitudini anche con il giapponese “Kiseichuu: kiraa pusshii”-“Sexual Parasite: Killer Pussy”, diretto da Takao Nakano nel 2004) e un immaginario visivo che sintetizza Russ Meyer e Sundance (dove la protagonista Jess Weixler ha ottenuto il premio speciale della giuria) aggiungendo però un gusto personale, dimostrandosi infine un regista che potrebbe farsi notare proprio grazie alla sua capacità di mescolare in modo non banale alto e basso. •
Roberto Rippa
TEETH (Denti)
Regia, sceneggiatura: Mitchell Lichtenstein • Musiche: Robert Miller • Fotografia: Wolfgang Held • Montaggio: Joe Landauer • Scenografie: Paul Avery • Costumi: Rita Ryack • Interpreti principali: Jess Weixler, John Hensley, Josh Pais, Hale Appleman, Lenny von Dohlen, Vivienne Benesch, Ashley Springer, Laila Liliana • Paese: USA • Anno: 2007 • Durata: 94′