Pas son genre (Sarà il mio tipo?) > Lucas Belvaux

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Sarà il mio tipo? sembra un film di quelli che hanno per protagonisti la reginetta della commedia americana Jennifer Aniston e “il biondo che fa impazzire il mondo” Owen Wilson. E sì che di Jennifer Aniston, nel film, si parla, anzi si sa proprio tutto di lei.
Ma il film del regista belga Lucas Belvaux in realtà affronta le dinamiche sociali e culturali, distanti e diverse, di un filosofo e di una parrucchiera, che si incontrano e scelgono di cominciare a frequentarsi.
Gli attori sono Löic Corbery (fisico lontano dallo stereotipo del pensatore tutto casa e scrivania) ed Emilie Dequenne, notevole perché capace di interpretare un personaggio all’apparenza banale e ricco di luoghi comuni ma dalle molte sfaccettature.
Clément, insegnante parigino, scrittore e filosofo, viene spedito ad insegnare per un anno in una scuola della provincia, dove, complice un taglio di capelli, incontra Jennifer, parrucchiera, accanita lettrice di gossip, romanzi rosa e fan del karaoke.
I due iniziano a frequentarsi e a entrare pian piano ognuno nel mondo dell’altro.
Lei scoprirà che non di solo gossip si vive, lui che si vive divertendosi anche trascorrendo una serata a ballare sulle note di successi commerciali per gente comune.
Dunque, questo discorso sull’amore, può compiersi?
Nessuno dei due, portato nel mondo dell’altro, sembra ribellarsi, anzi, accetta volentieri le erudizioni altrui. Lei, eroina dalla felicità triste, più romantica che illuminata, con maggiore candore e spontaneità si interroga sul vero significato delle opere di Zola e Dostoevsky, lui sempre in bilico tra il serio e la presa in giro, cerca di farle capire quanto la filosofia sia una disciplina che può essere applicata alla personalità e ai modi di pensare di ognuno.
La mdp segue e riprende i personaggi elaborando costantemente, soprattutto nei primi piani, quell’impressione di fusione tra il regista e l’analisi spirituale dei pensieri dei personaggi cara agli autori della Nouvelle Vague, in un dispiegamento del linguaggio (non solo cinematografico) che sottolinea, grazie alla scelta delle inquadrature, le sostanziali differenze tra i due protagonisti: il formalismo nel darsi del “lei” nei dialoghi e il passaggio al “tu” solo dopo aver fatto l’amore, l’abbigliamento sobrio maschile verso quello eccentrico femminile, le maschere sociali che durante una parata cittadina cadono, svelando la realtà sottintesa fino a quel momento.
E poi, la critica alla critica, nelle parole di Jennifer, che dopo un tentativo interpretativo di Clement dell’opera di Zola, replica che in fondo nessuno, neanche il più colto studioso può intendere perfettamente le intenzioni di un’opera e del suo autore, perché è soltanto quest’ultimo il vero detentore del significato di ogni sua creatura letteraria.
La filosofia e i libri sono come un taglio di capelli: una cosa che nell’aspetto dà l’impressione di essere facilmente realizzabile, ma nell’approccio nasconde un lavoro preciso e meticoloso. Sembra esserci così più filosofia nel comportamento e nelle riflessioni di Jennifer che in tutte le lezioni di Clement, fuori e dentro un’aula, a dimostrazione di come la filosofia sia una disciplina che nella quotidianità trova il riscontro che manca a chi relega la sua comprensione ai sapienti e agli studiosi, facendo intendere come spesso si compie tra la gente.
Nei due personaggi viene marcato quel senso di inferiorità che però è dato solo dall’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro.
E la causa non dipende da una scarsa intelligenza ma dalla mancanza di decisione e di coraggio di far uso delle proprie facoltà senza essere guidati da un altro.
Perché la protagonista non ha per niente difetti. Anzi, è intelligente e curiosa, e sceglierà un finale sul quale lo spettatore avrà tanto da chiedersi. •

Valentina Mattiello

 

 

PAS SON GENRE
Titolo italiano: Sarà il mio tipo?

Regia: Lucas Belvaux • Sceneggiatura: Lucas Belvaux dal romanzo “Pas son genre” di Philippe Vilain • Fotografia: Pierric Gantelmi d’Ille • Montaggio: Ludo Troch • Musiche: Frédéric Vercheval • Scenografia: Frederique Belvaux • Costumi: Nathalie Raoul • Interpreti: Émilie Dequenne (Jennifer), Loïc Corbery (Clément), Sandra Nkaké (Cathy), Charlotte Talpaert (Nolwenn), Anne Coesens (Hélène Pasquier-Legrand), Daniela Bisconti (Mme Bortolin), Didier Sandre (padre di Clément), Martine Chevallier (madre di Clément), Annelise Hesme (Isabelle), Amira Casar (Marie), Florian Thiriet (Johan Bortolin), Philippe Le Guay (il moderatore), Philippe Vilain (Philippe), Manuel Carcassonne (l’uomo della cineteca), Jacky Detaille (il cantante del karaoke), Tiffany Coulombel (baby-sitter) • Produzione: Agat Films & Cie, Artémis Production, France 3 Cinéma, RTBF, Belgacom • Paese: Francia • Anno: 2013 • Durata: 111′

 



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