“La Storia non è altro che il presente che prende coscienza del passato.”
Jean-Paul Sartre
Undicisettembreduemilauno: strage di uomini, di immaginario e futuro. Incipit del XXI secolo, guerra di civiltà, macchinazioni, anime nere, anime candide. Parole al vento, bombe intelligenti, invasioni unilaterali, menzogne e verità, esportazione della democrazia in assenza di democrazia. Matericità della vita umana e virtualità delle immagini mediatiche. Concretezza delle immagini mediatiche e virtualità delle vite umane. Rovesciamento di prospettiva. Cambio di paradigma. Nuovo mondo. Niente sarà più come prima. Dal sogno a occhi aperti sospeso sul filo del senso di Philippe Petit, l’uomo sul filo, all’incubo televisivo in diretta mondiale rimangono oggi nemmeno più le macerie. Flussi migratori, guerre da dimenticare, primo, secondo, terzo, quarto e quinto mondo coabitano in un unico mondo senza più geografia. Ricchi contro poveri – non viceversa. I confini diventano impalpabili come un filo sospeso sulle torri gemelle svanite in una nuvola. Dagli occhi alzati per guardare un sogno che diventerà incubo, agli occhi abbassati per guardare monitor. Il mondo scompare e riappare, continuamente si nasconde per poi tornare.
Undicisettembreduemilauno, l’alba del XXI secolo.