Il bisogno ossessivo di far andare tutto secondo i suoi piani è il movente del medico ospedaliero di mezz’età Romeo, protagonista dell’ultimo film di Cristian Mungiu.
Una morale senza moralismo però, ci insospettisce: Romeo è onesto, fa sempre il suo dovere e ha in serbo il sogno di permettere a sua figlia Eliza di prendere la borsa di studio che la porterà in Inghilterra, lontano il più possibile dalla Romania, da quei meccanismi corrotti che lui conosce bene e che corrodono sia l’ospedale pubblico che le università. Romeo vuole accontentare tutto e tutti, la moglie, l’amante, il poliziotto, persino il paziente imbroglione che cerca una scorciatoia per un trapianto di fegato.
Eppure le fiabe stesse ci insegnano che voler controllare ogni cosa è impossibile. Tutto ti si ritorcerà contro.
La Romania implode attorno a Romeo attraverso l’ombra di un presunto stupro nei confronti di sua figlia. E anche il fidanzato della ragazza appare un fantasma indecifrabile e sconosciuto, proprio come i sassi dalla finestra e i continui dispetti alla sua auto. Il tanto agognato desiderio di offrire una scelta professionale libera per sua figlia, scelta che lui non è riuscito ad ottenere per se stesso, ricade sugli eventi e sui sentimenti.
La vita intanto vola via e noi non siamo riusciti a fermarla – sembra dirci Romeo in ogni fotogramma del film, e infatti, non fa che fermarla continuamente, così come ferma il fotogramma del video di sorveglianza della polizia, per osservare meglio l’aggressore di sua figlia, come cerca di fermare l’amore per sua moglie, nonostante ogni tenerezza sia ormai passata, andata.
Romeo tenta di tirare i fili di uno spettacolo di burattini che prosegue da solo anche senza di lui, che procede per forza di causa – effetto.
La regia è in movimento, ci si avvicina ci scuote per le spalle e poi si allontana di nuovo. C’è il ritratto silenzioso di un paese che conosciamo poco ma che respira di speranze come una sala d’attesa di un distretto municipale del mondo. •
Giuliana Liberatore
Bacalaureat (Graduation)
Regia, sceneggiatura: Cristian Mungiu • Fotografia: Tudor Vladimir Panduru • Montaggio: Mircea Olteanu • Casting: Catalin Dordea, Floriela Grapini • Production Design: Simona Paduretu • Scenografie: Anca Perja • Costumi: Brandusa Ioan • Trucco: Parpala Mara, Nastasia Mateiu • Effetti speciali: Bogdan Parvulescu, Daniel Parvulescu • Location Manager: Razvan Marin • Produttore: Cristian Mungiu • Coproduttori: Pascal Caucheteux, Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne, Jean Labadie, Vincent Maraval, Grégoire Sorlat • Produttore esecutivo: Tudor Reu • Interpreti: Rares Andrici, Valeriu Andriuta, Eniko Benczo, Lia Bugnar, Ioachim Ciobanu, Petre Ciubotaru, Constantin Cojocaru, Gelu Colceag, Mihai Coroianu, Alexandra Davidescu, Maria-Victoria Dragus, Claudiu Dumitru, Robert Emanuel, Mihai Giuritan, Petronela Grigorescu, David Hodorog, Gheorghe Ifrim, Lucian Ifrim, Vlad Ivanov, Malina Manovici • Produzione: Les Films du Fleuve, Mobra Films, Why Not Productions, Romanian Film Board (C.N.C.) • Rapporto: 2.35:1 • Lingua: romeno • Paese: Romania, Francia, Belgio • Anno: 2016 • Durata: 128′
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Cristian Mungiu su Rapporto Confidenziale
• După dealuri (Oltre le colline) •
a cura di Roberto Rippa
• 4 luni, 3 saptamâni si 2 zile (4 mesi, 3 settimane, 2 giorni) •
a cura di Roberto Rippa