James Ellroy | Un anno al vetriolo

James Ellroy, Un anno al vetriolo. Contrasto (2016)

Bang! Bang! Bang!
Un anno al vetriolo fila come un proiettile che ti squarcia la carne, lasciandoti tramortito a terra, in una mare di sangue. Un libro scritto dalla parte dei piedi piatti, dalla parte della razza più bastard tra gli All Cops Are Bastards. LAPD: Los Angeles Police Department: un marchio che è garanzia di maniere forti. Perché, come ammise il leggendario William H. Parker capo dipartimento dal ’50 al ’66, «Finché il LAPD avesse continuato a reclutare i suoi agenti tra la razza umana, ci sarebbero stati problemi.» Ma la vera protagonista di questo istantaneo cult letterario è la città degli angeli, quella Hollywood Babilonia che autoalimenta da un secolo la propria mitologia luciferina tra cinema e letteratura, divorando i suoi abitanti. E il cinema è quello noir della Hollywood in bianco e nero degli André De Toth, Billy Wilder, Sterling Hayden, Lizabeth Scott, Robert Aldrich e John Alton; e la letteratura è quella nera e nerissima di Joseph Wambaugh. James Ellroy è il cantore più bastard di questa città perché nella sua cosmogonia di valori tutto appare rovesciato rispetto ai canoni frigidi del politically correct. Gli ultimi sono feccia, gli sbandati degli idioti e le botte della polizia redenzione elargita da angeli in divisa – tendenzialmente impartita con pesanti elenchi telefonici. E anche quando il lettore avanza delle timide perplessità sarà l’autore stesso, con parole-clava e la sua stessa lontana biografia da zombie metropolitano e orfano di madre brutalmente uccisa, a rimetterlo in riga dai suoi buoni propositi moralisteggianti.
Un anno al vetriolo è una miniera di immagini e frasi forti, fortissime.

Cadaveri che diventano puntini di sospensione e pagine bianche sopra le quali far convergere riflessioni e attorno ai quali radunare (ancora una volta) una visione del mondo e delle cose tutt’altro che pacificata e pacificante. «Il salario del peccato è la morte!»

Ottantacinque scatti in bianco e nero di scene del crimine by LAPD selezionate da James Ellroy. Ovvero niente fronzoli, quadro ampio, nessun sensazionalismo, solo crudi dati strappati alla realtà per avviare indagini e dare la caccia a un qualche assassino a piede libero. Inutile dire che Ellroy la licenza poetica se la prende tutta, facendo deflagrare fantasie plausibili da biografie immaginifiche. Realtà e finzione si mescolano tra loro, perché «Non puoi tornare indietro davvero, ma ci puoi passare un po’ di tempo grazie all’arte», e l’arte è la scrittura dell’autore della Dalia Nera, de Il grande nulla, di L.A. Confidential, di White Jazz, di American Tabloid e Sei pezzi da mille e Il sangue è randagio e del più recente Perfidia.

Tutti scatti del 1953, uno dei più sanguinari di tutta la storia di LA, che in questo volume diviene simbolo di un’epoca, dell’Allora che non è l’Ora, ma che contiene già tutto quello che sarà Ora. Cadaveri fluttuanti nell’aria appesi a delle corde, corpi a terra in fiumi di sangue, crani sfondati, mani spappolate, corpi atterrati sull’asfalto della giungla metropolitana da piani troppo elevati per contemplarne l’ipotesi di una sopravvivenza. Un anno al vetriolo è un campionario del peggio dell’uomo, un inno alla sua feroce stupidità; e soprattutto un inno al corpo di polizia della città degli angeli. «LAPD ’53 è un tomo tosto per benpensanti ruvidamente reazionari», ci informa Ellroy, «Questo libro è nostalgia reazionaria.»

Un anno al vetriolo è un libro incredibile. Unico.

Alessio Galbiati

 

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Un anno al vetriolo
Los Angeles Police Department, 1955
James Ellroy
con Glynn Martin, direttore del Los Angeles Police Museum
Traduzione a cura di Maria Baiocchi e Anna Tagliavini

16×22,4cm | 208 pagine | 85 fotografie in b/n | cartonato telato
978-88-6965-695-8
Contrasto, 2016
€ 24,90
compra online (Amazon)

 

Questo libro è rivolto alle moltitudini di squinternati che compongono la grande L.A. sporca e mascellona. Non potresti vivere da nessun’altra parte. L.A. è una condanna all’ergastolo, senza permessi o libertà vigilata, senza possibilità di fuga. NON C’È SCAMPO. Non puoi andartene, e nemmeno lo vorresti.
– James Ellroy

 

Un anno al vetriolo. Los Angeles Police Department, 1953 è l’edizione italiana del libro di James Ellroy con Glynn Martin, direttore del Los Angeles Police Museum. Il maestro del romanzo hardboiled James Ellroy, tra i più apprezzati scrittori della letteratura americana contemporanea, presta la sua penna a questo sorprendente volume che raccoglie per la collana In Parole le foto scattate dalla scientifica sulla scena dei crimini avvenuti a Los Angeles nel 1953. Le immagini sono state selezionate da Ellroy insieme a Glynn Martin dagli archivi del Museo del Dipartimento di Polizia.
Il 1953 è stato uno degli anni più insanguinati della storia di Los Angeles. Un anno ricco di efferati e sanguinosi crimini che sono qui raccontati da un cronista d’eccezione e illustrati da immagini catturate sul luogo del delitto all’arrivo della polizia e durante i primi rilevamenti. Ottantacinque fotografie in bianco e nero testimoniano dunque, giorno dopo giorno e pagina dopo pagina, un anno di rapine finite male, omicidi in vicoli luridi o in squallide camere di motel, cadaveri sepolti in giardino o gettati in una scarpata, indagini controverse e suicidi sospetti, e mostrano il lato oscuro della città dei lustrini e delle riviste patinate. Dietro la facciata della città simbolo del sogno americano, Los Angeles nasconde origini torbide, fatte di speculazioni edilizie, traffici illegali e omicidi. Le fotografie di Un anno al vetriolo sono spietate e implacabili come i testi di Ellroy che le accompagnano.

 

James Ellroy nasce a Los Angeles nel 1948. L’infanzia e l’adolescenza sono state segnate dal crimine che negli anni Cinquanta ha insanguinato la “Città degli Angeli”, primo fra tutti l’omicidio irrisolto della madre nel 1958. Pluripremiato autore di 18 libri, tra cui la tetralogia di Los Angeles (Dalia Nera, Il grande nulla, L.A. Confidential e White Jazz) e la trilogia americana composta da American Tabloid, Sei pezzi da mille e Il sangue è randagio. Molti dei suoi bestseller sono diventati film pluripremiati. Di recente pubblicazione, il romanzo Perfidia è il primo di un nuovo “quartetto di Los Angeles”.

Il Los Angeles Police Museum, ubicato nella sede del vecchio dipartimento di polizia di Los Angeles, racconta la formazione e lo sviluppo della polizia di L.A. sin dai suoi inizi, nel 1969.

Glynn Martin ha fatto parte del corpo di polizia di L.A per più di trent’anni e ha ricoperto il ruolo di direttore esecutivo del museo per oltre di un decennio.

 

contrastobooks.com

 



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