SICILIA QUEER FILMFEST
Palermo, Cantieri Culturali alla Zisa / Cinema Rouge et Noir
31 maggio – 6 giugno 2018
Il Sicilia Queer filmfest apre la sua ottava edizione il 31 maggio con l’anteprima internazionale del film di Stefano Savona La strada dei Samouni, appena proclamato vincitore del Premio come Miglior Documentario al Festival di Cannes. Mentre il 6 giugno chiuderà i battenti con l’anteprima di Un couteau dans le coeur di Yann Gonzalez.
Entrambi i registi saranno ospiti del SQ2018.
Sarà l’anteprima internazionale del nuovo film di Stefano Savona con le animazioni di Simone Massi, La strada dei Samouni, vincitore del Premio “Oeil d’or” come Miglior Documentario a Cannes 2018, a inaugurare l͛’ottava edizione del Sicilia Queer filmfest.
Il film, potente documentario di creazione di uno dei più importanti rappresentanti del cinema italiano contemporaneo e film tragicamente attuale nei giorni che seguono il trasferimento dell’Ambasciata americana a Gerusalemme e i continui raid israeliani sulla Striscia di Gaza, sarà presentato giovedì 31 maggio durante la serata d’apertura presso il Cinema de Seta.
La proiezione sarà preceduta, alle ore 20.30, dallo spettacolo Questo corpo che mi vuole bene del gruppo La rappresentante di lista.
La strada dei Samouni, Stefano Savona
Anche la serata di chiusura avrà il sapore dell’evento speciale: mercoledì 6 giugno alle 20.30, subito dopo la serata di premiazione, il Festival saluterà l’edizione 2018 con uno dei registi più significativi del cinema queer contemporaneo, il francese Yann Gonzalez, che presenterà a Palermo l͛’attesissima anteprima internazionale del suo nuovo film, il thriller Un couteau dans le coeur, in concorso al Festival di Cannes e interpretato tra gli altri da Vanessa Paradis, Kate Moran, Nicolas Maury.
Un lieto ritorno del regista francese che al Sicilia Queer aveva già presentato i suoi precedenti lavori.
Il Festival, che in questi anni ha abituato il pubblico al suo divenire creativo, instabile e innovativo continua a proporre il grande cinema a Palermo, e quest’anno offrirà inoltre un’edizione particolarmente attenta alla scena artistica contemporanea di tutto il mondo, da Beirut a Parigi, da Londra a Los Angeles.
A partire dall’assegnazione del Premio Nino Gennaro 2018 al fotografo tedesco Wolfgang Tillmans, primo fotografo non britannico a vincere il prestigioso Turner Prize, nel 2000, tra gli artisti contemporanei che con maggior intensità hanno esplorato il potenziale della fotografia; la personale dedicata a Catherine Opie tra le più stimate fotografe americane contemporanee; la collettiva curata dal regista libanese Roy Dib sulla scena contemporanea del suo Paese; e ancora le installazioni in anteprima dei registi francesi Vincent Dieutre e Arnold Pasquier a cui si aggiunge il debutto nel lungometraggio dell͛artista franco-algerino Neïl Beloufa.
Il Sicilia Queer filmfest proporrà 8 lungometraggi che concorrono al concorso Nuove Visioni e 16 cortometraggi in competizione per il concorso Queer Short. Oltre a queste due sezioni competitive il SQ2018 presenterà: le opere fuori concorso di Panorama Queer, la sezione Presenze con la retrospettiva integrale sul regista e attore francese Jacques Nolot, le due sezioni di storia del cinema Retrovie italiane e Carte postale à Serge Daney, la sezione Eterotopie quest’anno dedicata al Libano, oltre alle presentazioni di libri delle Letterature Queer che vedranno rinnovata la collaborazione con il festival Una marina di libri cui il Sicilia Queer farà da staffetta. Numerosi saranno inoltre gli appuntamenti collaterali, le performance, gli incontri, i concerti e i workshop che il Festival offrirà al pubblico dal 31 maggio al 6 giugno 2018.
Nell͛’anno in cui Palermo è Capitale italiana della cultura, il Sicilia Queer filmfest torna per la sua ottava edizione in una versione speciale, costruita sin dalla serata di apertura come un dialogo aperto della città con il mondo.
Giovedì 31 maggio, dopo le inaugurazioni pomeridiane delle mostre di Vincent Dieutre (Spazio Franco, Cantieri Culturali alla Zisa) e di Catherine Opie (Centro Sperimentale di Fotografia, Cantieri Culturali alla Zisa), dove si presenterà in anteprima nazionale il suo primo film The Modernist, il Festival prenderà ufficialmente il via, a partire dalle ore 20.30 al Cinema De Seta, con una serata inaugurale curata da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina (ovvero La rappresentante di lista), e intitolata Questo corpo che mi vuole bene: un’occasione di incontro, di elaborazione di saperi e di produzione artistica, nonché una presentazione della vitalità e della diversità della scena. Sul palco, con le scenografie curate dello scultore Daniele Franzella, si avvicenderanno performer straordinari, come Ernesto Tomasini che incontrerà per la prima volta il compositore di musica elettronica Gaetano Dragotta, a.k.a. go-Dratta.
La serata proseguirà con la proiezione dell’anteprima nazionale del lavoro di Stefano Savona con le animazioni di Simone Massi, La strada dei Samouni, reduce dai successi del Festival di Cannes.
Film di grande libertà registica, documentario di creazione di uno dei più importanti rappresentanti del cinema italiano contemporaneo, tragicamente attuale nei giorni che seguono il trasferimento dell’Ambasciata americana a Gerusalemme e i continui raid israeliani sulla Striscia di Gaza, il regista palermitano disegna un ritratto di famiglia alternando immagini reali e racconto animato, sul filo dei ricordi, prima, dopo e durante i tragici avvenimenti che hanno stravolto le loro vite nel gennaio del 2009, quando, durante l’operazione ͞Piombo fuso͟, vengono massacrati 29 membri della famiglia.
Il Festival, che proseguirà fino al 6 giugno, presenterà la sua programmazione muovendosi tra quattro sale di proiezione: il Cinema De Seta dei Cantieri Culturali alla Zisa, vero e proprio cuore pulsante del village cinematografico del Sicilia Queer, ma anche la Sala Bianca del Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia, la Sala Wenders del Goethe-Institut Palermo e la Sala Noir del Cinema Rouge et Noir, dove saranno replicati, dall’1 al 5 giugno, i lungometraggi e i cortometraggi del concorso.
«Il Sicilia Queer ha l’ambizione di lavorare sul presente per contribuire alla costruzione del futuro – afferma Andrea Inzerillo. Questo lavoro avrà avuto senso se un giorno se ne potrà riconoscere la dimensione generativa: lo scopo del festival non è il festival stesso, ma gli incontri, le relazioni, le trasformazioni che esso riesce ad operare. La cosa più importante del festival è ciò che il festival oggi non è, e forse anche ciò che in futuro non potrà essere, ma che nello stesso tempo permetterà di diventare alle persone che lo attraversano, magari anche distrattamente. Abbiamo la sensazione – altri diranno la presunzione – che il Sicilia Queer sia un laboratorio in cui non è in gioco soltanto un evento, ma una parte del futuro di questa città».
Le tematiche di genere si intrecciano al genere come linguaggio nella programmazione del Sicilia Queer 2018: così una parte significativa del panorama contemporaneo sembra misurarsi con il queer al cinema. Metamorfosi, ibridazioni, misteri, distorsioni delle immagini per un cinema che mescola i nuovi linguaggi con il ricorso agli archivi personali: se il cinema queer può distinguersi dalle forme del cinema mainstream non è soltanto per le storie che racconta ma per il modo in cui lo fa, nel tentativo di forzare la norma della narrazione cinematografica e aprirla verso nuovi orizzonti. Orizzonti che dialogano in maniera feconda con una certa (moderna) classicità cinematografica, che viene esplorata dal festival in modo originale anche nelle proposte legate alla storia del cinema. Ancora una volta un regista internazionale realizza il trailer del Sicilia Queer filmfest: tocca quest’anno allo svizzero Lionel Baier, che sarà ospite del Festival e presenterà in anteprima nazionale e nella sezione Panorama Queer il suo Prénom: Mathieu che narra di un serial killer e di un tentato omicidio nella Svizzera degli anni Ottanta.
Nella stessa sezione si segnalano, tra gli altri, Oggi sono passato e tu non c’eri, imperdibile cineconcerto di Canecapovolto con Elisa Abela e la proiezione, introdotta dal regista Carlos Marques-Marcet, di Tierra firme, commedia romantica di uno dei giovani talenti del cinema spagnolo.
La presenza di Gianni Amelio incardina la sezione di storia del cinema italiano Retrovie italiane, curata da Umberto Cantone, su due temi fondamentali: il cinema e il suo fuori.
Da un lato la trasformazione del cinema in un mondo di carta, nell’esplorazione che Amelio, Cantone e il critico Emiliano Morreale faranno in un incontro pubblico dedicato al mondo dei cineromanzi; dall’altro il cinquantennale del ’68 raccontato attraverso un altro mondo di carta, ben più politicizzato, come quello delle riviste cinematografiche.
Ad accompagnare tutte le proiezioni del Festival, d’altra parte, saranno le disSEMInazioni di Fulvio Baglivi: brevi estratti video dal ’68 (in collaborazione con la Cineteca di Bologna) che apriranno ogni spettacolo per tutta la settimana: perché, come scrive Baglivi in catalogo, «Il ’68 non è un evento isolato ma un punto di rottura in cui si manifesta l’ultimo tentativo (finora) di resistenza al capitalismo e alla disumanizzazione. È un emergere del possibile: idee, sogni, rabbia covati e coltivati negli anni precedenti, non un fenomeno improvviso ma un’esplosione, poco congegnata e senza orologeria, che per un po’ imporrà la scelta tra una vita da artificieri contrapposta alla vita artificiale».
Gianni Amelio presenterà al pubblico palermitano uno dei suoi film più significativi, Lamerica (2 giugno, ore 20.30 – Cinema De Seta) prima di discutere (3 giugno, ore 11.00 – Cinema De Seta) con Piero Melati, direttore artistico di Una marina di libri, del suo nuovo romanzo Padre Quotidiano.
Introdotta dalla proiezione di J’embrasse pas (Niente baci sulla bocca, 1991), il 23 maggio alle ore 20.30 presso il Cinema Rouge et Noir, – il film di André Téchiné interpretato da Philippe Noiret ed Emmanuelle Béart che racconta la vita parigina del giovane gigolò Jacques Nolot – la sezione Presenze è dedicata a uno degli attori e registi più singolari del cinema contemporaneo, il francese Jacques Nolot appunto, di cui verrà esplorata l’intera produzione da regista.
Autore di un’autobiografia preziosa fatta di tre lungometraggi da lui diretti più due film realizzati da André Téchiné, Nolot ha creato un’opera intima sconvolgente e disturbante che non ha paragoni. Il suo è un approccio crudo, ironico e sensibile al mondo della sessualità e dell’omosessualità, e l’esplorazione della sua vita è un’invenzione e reinvenzione continua. Un cinema di corpo e di carne, di parola e di pensiero, poco noto in Italia, forse per la sua capacità di sfidare ogni cliché, di lacerare ogni convenzione e di guardare in faccia lo spettatore fino a penetrare nella sua intimità.
Particolarmente originale è anche la proposta della Carte postale à Serge Daney, con un dittico cinematografico in bianco e nero: un classico della storia del cinema come Il servo di Joseph Losey dialoga con la storia di un altro servo, il maggiordomo di casa Moreira Salles, intervistato dal regista João Moreira Salles in un ritratto appassionante nel film Santiago, una rarità che sarà introdotta al Cinema De Seta dal presidente della giuria internazionale Luciano Barisone, già direttore artistico di festival importanti come Alba, Festival dei Popoli e Visions du Réel di Nyon.
Insieme a Luciano Barisone fanno parte della giuria internazionale del SQ2018 la giovane scrittrice francese Alizé Pepper, il regista austriaco Patric Chiha, vincitore nel 2017 del concorso di Nuove Visioni con il suo Brüder der Nacht, l’attrice e regista italiana Eleonora Danco (N-capace) e il regista angolano Carlos Conceição, habitué di Cannes con i suoi film. La giuria avrà il compito di scegliere il miglior cortometraggio della sezione Queer Short e il miglior lungometraggio della sezione Nuove Visioni, aperta a opere prime e seconde e nuovi sguardi non necessariamente legati a tematiche LGBT. I vincitori riceveranno rispettivamente di 500 e 1.000 euro e un’opera realizzata dall’artista Daniele Franzella. Alla giuria internazionale si affiancheranno la Giuria del Coordinamento Palermo Pride e quella dell’Associazione 100Autori.
Martyr, Mazen Khaled
La sezione Eterotopie proporrà un’opera prima, il film Martyr di Mazen Khaled presentato alla Biennale College dell’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia; col film dialoga la mostra Lascia che ti guardi, lascia che ti tocchi, curata dal regista Roy Dib, che sarà inaugurata il 30 maggio a Palazzo Sant’Elia, all’interno degli eventi collaterali di Manifesta 12. La mostra, organizzata in collaborazione con il Coordinamento Palermo Pride e con ruber.contemporanea sarà visitabile fino al 30 giugno. E ancora arte contemporanea ai Cantieri Culturali alla Zisa (Bottega 2) con Arnold Pasquier che ci porta tra il Cretto di Burri di Gibellina e San Paolo in Brasile per la sua L’amour moderne [le jour, la nuit].
Ancora un appuntamento straordinario chiuderà il Festival il 6 giugno dalle 20.30 al Cinema De Seta.
Dopo la serata di premiazione sarà proposto infatti in anteprima internazionale il nuovo film di Yann Gonzalez, autore del cult Les rencontres d’après-minuit (presentato al Sicilia Queer 2014) e appena reduce con grande clamore dalla competizione principale del Festival di Cannes. C’è grande attesa in tutto il mondo per il suo nuovo lungometraggio, interpretato da Vanessa Paradis e Nicolas Maury, che ancora una volta dialoga con il cinema di genere (Dario Argento su tutti) trasmutandolo nelle forme di un nuovo cinema queer: il thriller Un couteau dans le coeur è ambientato a Parigi alla fine degli anni Settanta e racconta la storia di una produttrice di porno gay d’accatto che per amore si lancia in un’impresa che non va come previsto: un omicidio e una strana inchiesta finiranno per sconvolgerle la vita. Il Sicilia Queer accoglierà il regista per presentare il film a Palermo in occasione della sua prima uscita in un contesto internazionale.