Piero De Bernardi

Piero De Bernardi

articolo pubblicato su Rapporto Confidenziale numero21, gennaio 2010, p.6.

 

Piero De Bernardi (Prato, 12.04.1926 – Milano, 8.01.2010)

«Perché vedete… le guerre non le fanno solo i fabbricanti d’armi e i commessi viaggiatori che le vendono. Ma anche le persone come voi, le famiglie come la vostra che vogliono vogliono vogliono e non si accontentano mai! Le ville, le macchine, le moto, le feste, il cavallo, gli anellini, i braccialetti, le pellicce e tutti i cazzi che ve se fregano!!!»
(Alberto Sordi nel ruolo di Pietro Chiocca in Finché c’è guerra c’è speranza, Alberto Sordi, 1974)

«Quando dormo ho bisogno di star da solo. Ho evitato anche il servizio militare per questo.»
«Con le donne ci dorme però, eh?»
«Ci vado a letto, è diverso».

(Adalberto Maria Merli e Lucrezia Lante Della Rovere nei ruoli di Cesare Molteni e e Malvina in Speriamo che sia femmina, Mario Monicelli, 1986)

«Madga tu mi adori? E allora lo vedi che la cosa è reciproca!»
(Carlo Verdone, Furio, a Irina Sanpiter, Magda, in Bianco, rosso e Verdone, Carlo Verdone, 1981)

«’Sta mano po esse fero e po esse piuma: stavorta è stata piuma».
(Mario Brega, il camionista a Elena Fabrizi (Sora Lella), nonna di Mimmo, dopo averle fatto un’iniezione in Bianco, rosso e Verdone, Carlo Verdone, 1981)

Filini: Allora, batti?
Fantozzi: Mah, che fa… mi dà del tu adesso?
Filini: No, dicevo batti… batti lei?
(Paolo Villaggio, Ugo Fantozzi, a Gigi Reder, Ragionier Filini in Fantozzi, Luciano Salce, 1975)

«Ma che è successo?»
«Niente, non è successo niente.»
«Niente? »
«No.»
«Ma come, mi dici: solleva le gambe, fai questo, fai quello e io scema…ahi…ma non si fa così a tradimento! Eh, capito? Potevi chiedere almeno, no?»
«Beva un po’ d’acqua, le farà bene.»
«E dopo quello che è accaduto mi dai del lei? Ma è assurdo!»
«Non mi sembra affatto assurdo, anzi, se lei riflette bene non è accaduto nulla che ci induca a darci del tu. »
«Ma come? Non ho capito.»
«Vede signorina, se un uomo e una donna, come noi due ad esempio, rimangono bloccati in un ascensore, nel medesimo momento vengono anche privati del loro libero arbitrio.»
«Che sarebbe? »
«Non possono più decidere liberamente delle loro azioni.»
«Cioè?»
«Poniamo il caso che lui, l’uomo, si senta minacciato dal richiamo dei sensi. Può usare, come nel nostro caso, il suo libero arbitrio uscendo dall’ascensore?”
«No.»
«E lei, la donna?»
«Neanche.»
«E allora, che significato può dare, signorina, ad un fatto che è accaduto contro la volontà delle due persone.»
«Ah, ho capito…vuol dire che è come se non fosse accaduto?»
«Non “come se”: lei deve convincersi che il fatto non è accaduto.»
«Non è accaduto?»
«No. E allora, mia cara ragazza, continuiamo a darci del lei, e siccome non sussiste peccato, io l’assolvo senza alcuna penitenza!»

(Alberto Sordi, Monsignor La Costa, a Stefania Sandrelli, Donatella, dopo averla sedotta nell’episodio di Luigi Comencini L’ascensore di Quelle strane occasioni, Luigi Comencini, Nanni Loy, Luigi Magni, 1976)

«Scusi, mi pare di capire, dai suoi modi, che anche lei, come me, ha studiato in seminario, non è vero?»
(Ugo Tognazzi, alias Gildo Beozi nell’episodio di Franco Rossi Il complesso della schiava nubiana del film I complessi di Luigi Filippo D’Amico, Dino Risi e Franco Rossi, 1965)

«Qui c’è gente che soffre per davvero, capite?! Chiamo il medico di turno, e domani ve la vedrete col professore!»
«Scappellato?»

(Ugo Tognazzi, Conte Mascetti, risponde a una suora in Amici miei, Mario Monicelli, 1975)

«Posso perdonare a chi mi ha fatto male: in primis, al Papa, che si crede il padrone del cìelo; in secundis a Napulìone, che si crede il padrone della terra; e per ultimo al boia, qua, che si crede il padrone della morte. Ma soprattutto posso perdonare a voi, figli miei, che non siete padroni di un cazzo!»
(Flavio Bucci, Frà Bastiano prima della sua impiccagione ne Il Marchese del Grillo Mario Monicelli, 1981)

 

Quelle citate sono solo alcune tra i milioni di parole scritte dal grande sceneggiatore (e soggettista) Piero De Bernardi (Prato, 12 aprile 1926-Milano, 8 gennaio 2010), spesso in coppia con il suo conterraneo Leonardo Benvenuti e spesso con registi e attori che poi le hanno pronunciate, nel corso di una carriera – che ha attraversato i generi – iniziata nel 1953 con Il Tesoro del Bengala di Gianni Vernuccio e che da allora ha attraversato cinque decenni di cinema italiano a fianco dei più grandi registi: da quelli citati a Valerio Zurlini, da Vittorio De Sica (Lo chiameremo Andrea, 1972, e l’adattamento di Filumena Marturano di De Filippo per Matrimonio all’italiana) a Luigi Zampa (Gente di rispetto).
Un vero e proprio pezzo del nostro cinema che se ne va.



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